9 dicembre 2013

FISCO, UNA SOLA CERTEZZA: LA CONFUSIONE

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici, voi ed io sappiamo bene quanto possa essere ostica e difficile la materia economica e fiscale. Lo è sempre stata, tuttavia siamo riusciti a districarci per decenni studiando, analizzando le leggi e le direttive e facendo pratica con gli adempimenti. Non v’è mai stato nulla di semplice nel nostro lavoro. Me ne rendo conto anche dal punto di vista della formazione: era un’ardua impresa spiegare le novità fiscali ai corsi, però con impegno e tenacia ci si riusciva.

Se una volta era difficile orientarsi nell’ambito della materia fiscale, oggi è addirittura impossibile. Considerate che da qualche settimana, avendo presente la piega imbarazzante assunta dalle decisioni dell’Amministrazione Finanziaria, metto in guardia chi, durante i corsi da me tenuti, prende appunti. Ebbene, appuntate tutto ciò che volete, ma non dimenticate di apporvi data e ora, perché ormai le disposizioni mutano in maniera repentina, quasi che fossero un continuo work in progress, non invece delle norme di un sistema fiscale stabile.

Questo è il quadro nel quale oggi vorrei inserire una riflessione che si ramifica lungo tre versanti: quello del rapporto coi cittadini, quello sella situazione economica delle imprese e quello della stabilità.

Per quel che concerne il primo punto, quello del rapporto coi cittadini, ciò che avverto è un costante clima di inganno ai nostri danni. Si è parlato per mesi della scomparsa dell'IMU, è stato addirittura il grido di battaglia di alcune forze politiche che ne annunciavano la soppressione sulla prima casa. E invece vien fuori che con le nuove tasse sulla casa che pagheremo dal 2014 (quando capiremo anche quale sarà il vero nome) gli importi saranno più o meno pari a quelli che abbiamo pagato nel 2012, mentre per il 2013 è tutto ancora un mistero. E su quest’ultimo punto bisogna altresì tener presente che anche sulla prima casa, per alcuni contribuenti che risiedono in alcuni comuni, ci sarà forse un residuo da pagare a gennaio. Dunque, oltre al danno la beffa! Non solo ci hanno detto che l’avrebbero tolta e invece ce la ritroviamo ancora tra i piedi, ma ora ci dicono anche che ne dobbiamo anticipare una parte a gennaio e che poi, in seguito, forse, ci restituiranno tutto. Dobbiamo crederci? Perché ci fanno pagare se sanno già che poi dovranno rimborsarci?

E poi passiamo alla seconda riflessione, di altrettanta importanza. Mi riferisco alle imprese e alla situazione economica in cui il settore versa. Una condizione preoccupante alla quale nessuno, tra coloro che dovrebbero, presta neanche un briciolo di attenzione. All’interno del disegno di legge sulla stabilità non ho infatti trovato un solo provvedimento in grado di dare ossigeno a un sistema economico oramai sull'orlo di un collasso. Anzi, avviene tutto il contrario! Si consideri che per le società hanno richiesto un aumento degli acconti Ires e Irap sulle tasse del 2013 al 102,5%. Stando così le cose, mi appare chiaro che questi sommi decisori vivano senza nessun legame con la realtà, in quanto hanno posto una simile disposizione senza tener conto della crisi che sta colpendo il Paese ormai da cinque anni e che non allenta la morsa. Addirittura hanno proposto un aumento del 102,5%! È come dire che portiamo la macchina in officina e il meccanico prima di metterci mano ci dice: fa 500 euro, ma iniziate a darmene 650, è solo un acconto! La cosa di buon senso che faremmo in tale circostanza quale sarebbe? Andremmo subito via e chiameremmo il più vicino centro di riabilitazione per malati di mente… o sbaglio?

Infine non possiamo che soffermarci sulla stabilità, quella vera, non quella di un disegno di legge che fa acqua da tutte le parti. Abbiamo un governo che in più circostanze ha ribadito la necessità di creare una situazione in cui gli investimenti possano ripartire, incoraggiati da una certa stabilità, scelte inoppugnabili e soprattutto regole chiare e trasparenti. Ora, alla luce dell’intero scenario che è andato formandosi in Italia, vi sembra che tali condizioni siano presenti? Io non credo. Infatti, non è che la situazione sia così tanto chiara se, giusto per fare un esempio, fra qualche giorno scade l’Imu e noi professionisti non siamo stati ancora messi nelle condizioni di capire chi e quanto deve pagare. Senza dimenticare poi la famosa proroga/non proroga della comunicazione Iva ai fini dello spesometro, che è stata annunciata non con il nome che meritava, bensì come estensione del tempo di apertura del canale telematico. Insomma, non c’è chiarezza né trasparenza. Stando così le cose, a quale stabilità pensano di appellarsi, se loro stessi fanno in modo che non ve ne sia alcuna? Non abbiamo un panorama legislativo né tributario stabile al fine di garantire un terreno fertile per fare previsioni e pianificare investimenti. Ci continuano a prendere in giro introducendo disposizioni con effetti retroattivi, in barba ai più semplici dettami dello statuto del contribuente.

Ieri sono partite le proteste dei ‘forconi’. Come biasimarli? Io sono contro ogni forma di protesta che sia violenta e fuori dalla legalità, tuttavia è chiaro che dall’alto non hanno ancora compreso il dramma della vita dell’italiano medio, pertanto hanno bisogno di forti scossoni. Non vi pare?

Il politico inglese William Ewart Gladstone sosteneva che “l'ingiustizia nazionale è la strada più sicura per la rovina nazionale”. Direi che è proprio quella la strada sulla quale i nostri governanti si sono incamminati.
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