15 marzo 2013

FUMATA…NERA!!!

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, quel che è avvenuto mercoledì all’interno della nostra categoria meritava un tempestivo commento, soprattutto a causa dell’amarezza che ha generato il nuovo tassello di questo triste mosaico. Per fortuna però s’è verificato un evento ben più importante e qualitativamente molto più alto rispetto a quelle che, al confronto, appaiono quali piccole beghe. Sto parlando dell’elezione del nuovo Pontefice Francesco che ha giustamente catalizzato l’attenzione di tutti noi. Una parentesi di umiltà, questa, che la nostra categoria purtroppo sembra aver perso ormai da tempo. Ieri non era il momento adatto per intervenire sulle ordinanze di Palazzo Spada, perché qualcosa di maggiormente rilevante è avvenuto. Oggi però non è possibile rimandare oltre, bisogna intervenire per sottolineare che il silenzio non rappresentava supina rassegnazione, bensì alto rispetto nei confronti di un evento al quale tutti noi, credenti o meno, dovevamo prestare spazio e riflessione.

Chiarita, quindi, la posizione in merito, passerei ora a illustrare il mio personale pensiero circa la situazione deplorevole che sta verificandosi nella nostra categoria.

Ormai è di dominio pubblico la notizia che il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi presentati dall’ex presidente del Consiglio nazionale e da altri colleghi, rimettendo al Tar una pronta decisione di merito. La sollecitazione finale delle ordinanze pone l’accento sul fatto che non si conoscono ancora le date, tuttavia si spera che il Tribunale amministrativo del Lazio possa a sua volta seguire le indicazioni di celerità e chiarezza richieste dall’organo consultivo del governo. Questa è la situazione attuale dal punto di vista delle ‘carte’. Palazzo Spada, però, non si è limitato a prender tempo per analizzare la vicenda del trasferimento di un candidato da un ordine all’altro, in quanto ha esteso il raggio d’osservazione anche a questioni quali il voto concesso a due ordini commissariati e le ‘fulminee’ decisioni prese dall’ex Consiglio nazionale. Quindi dovremo attendereancora! Come se di acqua sotto i ponti non ne fosse già passata a sufficienza. I termini sono stati posti a ulteriori rinvii, ai vertici si continua a cercare un colpevole e noi siamo da mesi privi di rappresentanza. Quest’ultimo aspetto ritengo sia quello più importante. Si badi, infatti, che se eravamo già poco credibili quando avevamo un barlume di governance, ora che al comando v’è il vuoto corriamo il rischio di vedere azzerato il nostro ‘valore’ sociale. La situazione è sempre più insostenibile!

Il punto focale è che a rischiare sia l’Ordine inteso come istituzione. Siamo ‘scoperti’ in un momento in cui avremmo bisogno di protezione, soprattutto alla luce dei risultati elettorali che hanno visto, tra le forze politiche di maggioranza, coloro che proclamano l’abolizione del sistema ordinistico. Come può difendersi, dunque, una categoria che non ha rappresentanza e che deve, allo stesso tempo, fronteggiare attacchi di tal genere? Perché si consideri che siffatte posizioni trovano ovviamente terreno fertile nelle iniziative condotte, ad esempio, da associazioni cosiddette ‘senz’albo’ che svolgono attività parallele (se non addirittura coincidenti) alla nostre. Ecco, non è mia intenzione attaccare queste associazioni e provo fastidio verso quei colleghi che lo fanno, in quanto non riescono a comprendere che non v’è alcuna consolazione nell’aggredire chi cerca di tutelarsi solo perché noi commercialisti non stiamo riuscendo in quel medesimo intento. Si tenga presente che queste associazioni hanno quel valore aggiunto per il quale noi abbiamo inutilmente speso dei soldi: la comunicazione. Il Consiglio nazionale in questi anni ha elargito un sacco di risorse per incrementare un apparato comunicativo solido ed efficace, purtroppo però tutti questi sforzi sono risultati mal riposti, in quanto non abbiamo ottenuto il rientro sperato. Pertanto mi appare avvilente assistere alle critiche di colleghi che cercano la guerra con i non regolamentati senza però trarre alcun insegnamento dai successi che quelli stanno ottenendo. Sanno comunicare il proprio ruolo, la propria professionalità e le competenze acquisite. Ora, possiamo discutere su questi punti, che generano naturalmente opinioni contrastanti, ma allo stesso tempo non si può non riconoscere che simili associazioni hanno conseguito una vittoria laddove noi invece abbiamo toppato. E non dobbiamo limitarci a guardare solo oltre il ‘muro ordinistico’, perché anche tra le categorie iscritte ad albi e collegi si possono individuare esperienze costruttive. Ultimo esempio è il corso di comunicazione indetto per i giovani consulenti del lavoro. È chiaro che mentre noi siamo impelagati nella ‘guerra dei ricorsi e contro ricorsi’, gli altri, regolamentati e non, crescono e si espandono.

Se tale è lo scenario, non meravigliamoci poi quando scopriremo che migliaia di neolaureati magari preferiscono abbandonare la via ordinistica. Se la prospettiva sarà questa, dovremo ringraziare solo la nostra scarsa presenza e la completa assenza di lungimiranza. “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, dice un vecchio proverbio. A noi non resta che scegliere se attendere le lacrime o lavorare per evitarle.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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