2 settembre 2014

I NUMERI NON SONO OPINIONI

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici, la pausa estiva, breve e incerta, non ha avuto la sperata forza di cancellare lo stress generato dall’ingorgo economico e fiscale nel quale l’Italia è piombata. Dopo la notizia ‘preliminare’ diffusa dall’Istat in base alla quale il nostro Paese è ancora in recessione, siamo costretti ad accogliere, volenti o nolenti, le notizie e i commenti che Tg e quotidiani offrono in merito ai risultati di alcuni recenti dati finanziari pubblicati.

Il punto è che, sebbene i dati siano certi e inconfutabili, c’è chi, pur di non rimanere incastrato nella disfatta, si arrampica sugli specchi sostenendo tutto e il contrario di tutto. Un po’ come in periodo di elezioni, quando anche i perdenti si rigirano la frittata per mostrare una realtà differente da quella uscita dalle urne.
Lo scenario è chiaramente diverso, ma anche in questi giorni si sta verificando questo tira e molla di pareri su diversi argomenti, tra i quali spiccano TASI e bonus 80 euro.

Per quel che concerne la TASI, vediamo che solo qualche giorno fa veniva pubblicato un comunicato del Dipartimento delle Finanze in cui si affermava che nel passaggio dall’IMU 2012 alla Tasi/IMU 2014, i comuni che hanno deliberato le aliquote TASI registrano una diminuzione del numero dei contribuenti che pagano per l’abitazione principale pari a 1,2 milioni di contribuenti. In sostanza, ci dicono che nel passaggio dall’IMU alla TASI non è vero che si paga di più. Ora, mi risulta difficile capire come si possa fare una previsione dal momento che manca all’appello più del 60% dei Comuni che devono deliberare e che comunque, anche se vi è una parte dei Comuni che ha deliberato aliquote inferiori, gli stessi enti poi si son rifatti sulle seconde abitazioni e altri immobili, tipo capannoni e negozi.

Ma non finisce qui! Poc’anzi ho accennato al fatto che tra le questioni in auge due spiccano: da un lato, il focus sulla TASI così delineato dal Dipartimento delle Finanze; dall’altro, il caso del bonus di 80 euro descritto dai recenti dati Istat. In sostanza, l’Istituto di statistica ha affermato che il taglio dell’Irpef non è servito a raggiungere uno degli scopi che si era prefisso il governo, ossia quello di aumentare i consumi. Questi, al contrario, sono addirittura crollati e, sempre alla luce dei riscontri diffusi dall’Istat, anche sul versante dei prezzi al consumo è emersa una nera deflazione per il nostro Paese. Ora, se chi di dovere si esalta nel leggere i dati offerti dal Dipartimento ministeriale, perché invece tace o cerca di screditare quelli presentati dall’autorevole istituto nazionale di statistica? Come al solito in Italia si agisce e si parla seguendo il metodo dei ‘due pesi e due misure’.

Il punto è che se questi dati venissero letti come si deve, allora, con questi provvedimenti si rischia seriamente di non venir fuori dalla recessione in atto. In merito a ciò, quindi, non essendovi una vera volontà (forse) verso i veri problemi del Paese, qualsiasi provvedimento risulterà sempre inefficace come ritengo che sia anche l’ultimo provvedimento incluso nel cosiddetto decreto ‘Sblocca Italia’. I provvedimenti ivi contenuti pare non abbiano ancora dato prova della volontà di dare una sferzata all’economia. Forse l’unica cosa che si è rilevata interessante è stato il siparietto del gelato. Gli italiano hanno bisogno, oltreché di promesse, slide e gelati, anche di altri interventi più profondi e soprattutto di ritrovare la fiducia in un Paese sempre più alla deriva.

L'intellettuale colombiano Nicolás Gómez Dávila sosteneva che "la statistica è lo strumento di chi rinuncia a capire per poter manipolare".

Mi auguro che questa riflessione non divenga lo specchio della nostra realtà e che i numeri possano essere letti nella misura più chiara e onesta, magari riuscendo a dare il giusto peso agli stessi senza offendere l’intelligenza di noi poveri contribuenti …
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy