21 novembre 2011

LA BASE CHIAMA..MA…NESSUNO RISPONDE

a cura di Antonio Gigliotti

A volte il tetto deve caderti sulla testa per farti vedere la stelle!

La calma dopo la tempesta. Un governo di tecnici, di professori dopo quello dei politici. Il tempo della serietà ha riportato fiducia nel Paese. Una fiducia timida e ancora basata su un programma da attuare, ma le dichiarazioni programmatiche del nuovo premier Monti lasciano ben sperare. Così come la squadra messa su. Anche i mercati se ne sono accorti anche se il loro andamento è ancora troppo debole e altalenante. Ma almeno il tentativo di risalita è partito, vedremo con il trascorrere dei giorni se avrà successo. Fatto sta che dopo mesi di malessere, disagi, contestazioni le cose sono cambiate. La discontinuità è arrivata e si è fatta sentire.

Le difficoltà ci sono per tutti, in Italia e in Europa. Lo spread francese e spagnolo lo dimostrano. Ma è pur vero che, volendo, le carte in tavola possono cambiare.

Lo dico perché osservando l’attualità, non posso che pensare anche alla nostra Categoria. Non solo perché l’attualità la riguarda da vicino ma anche perché colgo similitudini. Con una sola differenza che all’interno della Categoria non è arrivato nessun segno di cambiamento. Crescono i disagi così come l’indifferenza di chi non vuole accorgersene. E nella vita come sul tram, quando ti siedi sei al capolinea (Camillo Sbarbaro).

La categoria sta attraversando forse uno dei periodi più bui degli ultimi decenni. Svolgere l’attività professionale sta diventando sempre più complicato e sempre meno soddisfacente. E questo a causa di un Fisco troppo vorace e concentrato unicamente a far cassa, contrario a qualsiasi forma di collaborazione con i professionisti. Per non parlare delle norme spesso poco chiare ma di immediata applicazione che richiedono nuovi adempimenti in capo al professionista. Siamo diventati una categoria finita ad essere rilegata ad attività di segretariato per conto dell’Amministrazione Finanziaria.

La base non sa più come chiedere l’attenzione del suo presidente per farsi ascoltare, per discutere strategie per migliorare la professione, per evitare almeno che sia svuotata del tutto dalle sue tradizionali attività. I presidenti di molti ordini di recente si sono uniti al Codis scrivendo a Siciliotti e richiedendo un’assemblea straordinaria a seguito dei cambiamenti che la Categoria sta subendo. Un’assemblea che deve aprire, una volta per tutte, gli occhi e rendersi conto che la situazione è grave, che i commercialisti stanno incassando sconfitte legislative e subendo abusi da parte dell’Agenzia delle Entrate. Di temi da affrontare ce ne sono molti, forse troppi. Ignorarli è impossibile. Ma lo stesso presidente, intervistato su tale questione, ha risposto testualmente: “esamineremo nella riunione del prossimo Consiglio, se sia opportuno convocare una nuova assemblea, tenendo anche conto del fatto che non sono mancate e non mancano le occasioni di confronto tra il vertice e la base”.

A dirla tutta, nel momento in cui una gran parte di presidenti di ordini territoriali, che vanno dal nord al sud chiedono un incontro, questo dovrebbe essere fissato qualsiasi sia l’ordine del giorno del prossimo consiglio. Perché un presidente della Categoria esiste perché gli iscritti lo hanno votato. E lo hanno votato per avere una persona che lavorasse a nome della Categoria per migliorarla e valorizzarla. Davvero. Non limitandosi a fare semplice – e forse vuota – pubblicità.

Bisogna prendere atto che in tempi di crisi la differenza tra “annunciare” e “fare” è evidente perché la conseguenza si vede sulla propria quotidianità. E per ora di annunci ce ne sono stati tanti…
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