A fronte dell’ennesima proroga dei termini, di fronte ad un mercato del credito totalmente bloccato, che ormai non fa più notizia, il Superbonus torna al centro dell’agorà. Quali sono le conseguenze reali sui conti pubblici, chi sosterrà gli esodati del Superbonus e, soprattutto, di chi è la colpa se il giocattolo si è rotto?
Una parte della politica incolpa l’altra, come se la responsabilità si giocasse in parlamento. Non è propriamente così. E’ indubbio come molti dei problemi connessi al Superbonus e alla cessione dei bonus edilizi, più che all’idea, siano attribuibili alla qualità, infima, della normativa della prima ora. La prima versione degli articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34 del 2020 ignorava, per ampi tratti, la semplicità di perpetrazione delle frodi, che puntualmente sono state realizzate, né poneva, né li pone tutt’ora, paletti rispetto all’impiego di risorse, di fatto infinito. Se le responsabilità finissero qui, il problema sarebbe prevalentemente per il bilancio dello Stato.
Una buona fetta delle responsabilità, tuttavia, deve essere cercata altrove, nel mondo bancario, per l’inaspettata ritirata, e delle grandi società di consulenza, per l’inadeguatezza organizzativa mostrata a fronte delle ingenti richieste del mercato. Gli istituti di credito, per lunghi tratti, hanno alimentato la bolla speculativa, rendendosi disponibili all’acquisto dei crediti fiscali, ma senza impegnarsi, per poi, tutto d’un tratto, dissolversi, rinunciando agli acquisti, anche quando il Decreto Cessioni, pensato e approvato per loro, aveva risolto il problema delle responsabilità. Pur consapevoli dell’ulteriore rischio-sequestro collegato alle frodi, è stato come se il mondo bancario avesse rinunciato a erogare mutui ipotecari, appena dopo aver invogliato i propri clienti a sottoscrivere i contratti preliminari per l’acquisto di immobili. Le grandi società di consulenza, i noti “advisors”, sono entrati nel mercato portando con loro un ingente bagaglio di burocrazia, lenti nelle operazioni, irraggiungibili fino a diventare invisibili.
Le responsabilità, pertanto, non sono solo politiche, di questo o quel governo. Le responsabilità sono diffuse.