11 febbraio 2015

La falsa ripresa… e i pochi che la vedono!

Cari amici,
ormai avete imparato a conoscermi e penso che si sia capito che per natura sono un ottimista, nonostante spesso mi senta circondato dal buio pesto. Ho tenuto a specificarlo per sottolineare che quanto sto per scrivere non nasce da alcuna influenza caratteriale, bensì dal fatto di appartenere a una categoria professionale capace di rendersi conto da sola del baratro in cui si trova il Paese… È infatti difficile, per noi commercialisti, lasciarci ingannare dai quattro politici di turno che, imparata la lezioncina a memoria, la vanno ripetendo tra un programma e l'altro.

È vero che il festival di Sanremo è iniziato solo da qualche giorno, ma è altrettanto vero che i canterini d’Italia stanno scaldando le corde vocali con parole fatue da molto più tempo e magari sarebbero stati più credibili se invece di sedere sugli scranni parlamentari avessero deciso di partecipare alla kermesse canora. Il tormentone di turno, in questo periodo, è che il Paese è in piena ripresa e gli imprenditori hanno ripreso a investire.

Devo ammettere che, a prescindere dall’infondatezza di siffatte affermazioni, questi soggetti mi fanno anche molta tenerezza: il punto è che loro ci credono o comunque fingono di crederci. Sono ingenui o in malafede? Non entro nel merito, mi tengo il mio pensiero che, a dirla con franchezza, non sarebbe molto lusinghiero nei loro confronti.

Ecco, in genere, quando decido di aprir bocca, lo faccio se ho qualcosa da dire e se sono certo di poter trovare alle mie affermazioni un riferimento concreto che le giustifichi. Per tale ragione non comprendo dichiarazioni infondate su una presunta ripresa che, penso anche voi ne siate consapevoli, in realtà non esiste. Io non so su quali dati si basino questi soggetti, l’unica cosa certa che so è che nella vita di ogni giorno mi confronto con artigiani e imprenditori dai quali, credetemi, non ho avuto alcun sentore di entusiasmo. Secondo uno dei politici salito da poco sul carro dei vincitori, un elemento sintomatico della ripresa, a dicembre soprattutto, sarebbe il boom di partite Iva. Quindi la gente avrebbe ritrovato l’ottimismo e avrebbe ripreso a fare impresa! Questo, a suo parere, sarebbe sinonimo di ripresa? Ma che andasse a zappare! Forse solo in quel caso riuscirebbe a produrre davvero qualche utile per il Paese!

La verità è che siamo governati anche da un manipolo di presuntuosi, incompetenti e arroganti. Possibile che, pur avendo emanato leggi di proprio pugno, non sappiano che il regime contabile nato per favorire i piccoli lavoratori autonomi è stato modificato col solo scopo di far cassa, così dallo scorso primo gennaio la tassazione è passata dal 5% al 15% e si è quasi annullato l'effetto premiante? E sanno, inoltre, che i piccoli professionisti sono altresì penalizzati sia dall’aliquota dell’imposta che dal volume d’affari eccessivamente basso per poter accedere al nuovo regime? Penso che dovrebbero saperlo, visto che persino il presidente del Consiglio ha dichiarato che, a soli due mesi dall’entrata in vigore del nuovo regime contabile, si dovrà intervenire con ulteriori modifiche. Il fatto che parlino senza cognizione di causa è la palese dimostrazione che il Parlamento, per queste persone, è solo un posto dove trascorrere le giornate e tornarsene con una cospicua retribuzione.

Ora, visto che non sono ignorante come loro, sarà opportuno spiegar a costoro il vero motivo dell’aumento delle partite Iva verificatosi a dicembre. Questo fenomeno non è dovuto a un impulso alla ripresa, ma dipende dalla norma inserita nella legge di stabilità che ha previsto una sorta di via d'uscita per consentire a chi già nel 2014 era nel vecchio regime di restarci fino al compimento del V anno di permanenza o a chi aveva meno di 35 anni fino al raggiungimento di tale età. Dunque, alla luce dell’introduzione del nuovo regime, prevista per il primo gennaio 2015, chi ha potuto si è affrettato ad aprire la partita Iva entro dicembre dello scorso anno sfruttando così gli effetti premianti del vecchio regime contabile.

Per cui nessuna ripresa, nessun ottimismo, ma solo ragioni di opportunità che hanno consigliato di anticipare l'apertura della partita IVA entro il 31 dicembre 2014. Infatti non è un caso che il maggior numero aperture di partite IVA si sia manifestato tra coloro che avevano meno di 35 anni, coloro che per l'appunto potevano andare avanti con il vecchio regime fino al compimento dei 35 anni. E continuare quindi a godere dell'aliquota del 5%. Altro che ripresa... il grande Totò direbbe “Ma Mi faccia il piacere!”.

Cari politici, raccontate pure le vostre barzellette, imparate a memoria come i copioni in teatro... ma non offendete l'intelligenza degli italiani, non siamo poi così tutti caproni come vorreste...
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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