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LA SOLITUDINE DEI NUMERI SENZA BANDIERA

Autore: Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,


il dramma della povertà colpisce a Natale in silenzio e nella più totale indifferenza. Marco Casula era un italiano senza tetto, aveva 51 anni, era disoccupato, rimasto senza casa dopo la separazione. Viveva in un container nelle campagne oristanesi dove la notte della vigilia di Natale, in totale solitudine, è stato trovato senza vita dal personale del 118.


Solo un altro nome italiano sulla lista dei decessi per mano della miseria. Forse perché i miserabili non fanno più notizia. Forse perché qualche ora dopo nel Canale di Sicilia verranno salvati 751 migranti dalla morte liquida del mar Mediterraneo. Forse perché, almeno a Natale, abbiamo tutti bisogno di leggere disgrazieevitate e non tragedie compiute.


Per i 751 disperati usciti vivi dalla traversata ci sarà un alloggio, si riuscirà a trovare comunque una sistemazione magari in qualche albergo, nei campeggi, nei residence o nei villaggi turistici che fuori stagione potrebbero essere disponibili a occupare le stanze e ricavarne comunque un guadagno.


Non dico sia sbagliato, anzi. È quanto meno doveroso che qualsiasi Paese civile debba dare aiuto a chi scappa dalle guerre, dalla fame e dalla miseria. Lo dice prima di tutti la nostra Costituzione. Dico solo che la povertà non dovrebbe avere bandiere. Oppure averle tutte. La povertà, infatti, continua a colpire anche gran parte degli italiani. Gli ultimi dati ISTAT dicono che l’anno scorso la stima dei residenti a rischio povertà era pari al 28,3% (link: http://www.istat.it/it/archivio/174264 ). Una fotografia che dovrebbe spaventarci tutti, lo Stato per primo, se solo riuscissimo ad andare al di là dei numeri. Se solo riuscissimo a vedere Marco Casula non come un numero. Come un volto, come una persona con le proprie attitudini, capacità, con i propri desideri. Ma se perdi il lavoro, la casa e rimani solo accade che smetti di essere un uomo e diventi un numero, proprio quel 28 virgola 3 per cento.




E allora, così come per i 751 migranti scampati alla morte, si dovrà pur intervenire anche per gli italiani in seria difficoltà come Marco Casula. Ma farlo subito, prima che spariscano anche loro nella nebbia dell’indifferenza. Prima che diventino anche loro un numero, una percentuale, un nome anonimo in due righe di testo sulle pagine di un quotidiano locale.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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