12 marzo 2012

MANIFESTAZIONE ROMANA: la prima sfida è stata vinta

A cura di Antonio Gigliotti

Chi vuole arrivare alla cima di una scala assai alta, deve salire, non saltare (La Machin).

Ero sicuro del disagio interno alla Categoria, ero sicuro dell’insoddisfazione di centinaia di colleghi che hanno visto la nostra professione perdere i pezzi giorno dopo giorno. Ero sicuro che l’iniziativa della giornata dell’Indignato Fiscale che si è tenuta venerdì a Roma avrebbe avuto una grande partecipazione.

Il momento è difficile, lo sappiamo e – francamente – ci siamo stufati di sentirlo ripetere, perché vorremmo con tutte le nostre forze che questo periodo finisse e si potesse, seppur lentamente, tornare a far crescere la Categoria, a riabilitare la professione.

D’accordo con me gli oltre mille commercialisti arrivati da tutta Italia (Verona, Venezia, Padova, Torino, Biella, Milano, Bergamo, Bologna, Firenze Perugia, Terni, Roma, Ancona, Ascoli, Avellino, Salerno, Bari, Taranto, Cosenza, ecc.), tutti convinti che ormai è giunto il tempo di dire BASTA a questo stato di cose. Ma soprattutto consapevoli che bisogna fare qualcosa di nuovo, di diverso, dato che è evidente che tutto quel che è stato fatto finora non ha funzionato.

Questi colleghi hanno deciso di dedicare il loro tempo alla giornata di venerdì, uniti dalla scontentezza per il presente e chiesto, a gran voce, di costituire un movimento che, superando tutti i formalismi, possa partire dalla base, rappresentarla e conoscere in profondità i problemi della stessa.

È stato bello “riconoscersi”. Riconoscersi nel desiderio di cambiamento, nella voglia di riscattare l’orgoglio di appartenenza ad una Categoria ormai logora, che non si sente e non si vede più rappresentata, né difesa. Tanto meno dalle sigle sindacali, troppo legate alle vecchie logiche.

La manifestazione ha dimostrato, a chi non ci credeva o a chi ha tentato di strumentalizzarla, che non c’è più spazio per logiche di partito e di sigle sindacali. Nella giornata dell’Indignato Fiscale tutti erano uniti per ridare dignità ad una Categoria in cui circa il 90% dei colleghi non vive di grandi incarichi o grosse operazioni straordinarie. Al contrario, i commercialisti italiani, solitamente, lavorano in piccoli studi, iniziano a lavorare la mattina presto e finiscono a tarda sera. Sabato e domenica spesso inclusi. Condizioni che, il più delle volte, vanno a turbare anche gli equilibri familiari, considerato che si vive praticamente in studio.

Le condizioni di lavoro sono oramai al limite del collasso, la legislazione fiscale è spesso portatrice di adempimenti inutili ed a carico del professionista che non riesce a ribaltarli sul cliente, che riesce già a pagare a fatica le nostre parcelle. La Categoria è composta da professionisti che sono diventati – nell’incuranza generale, vertici compresi - segretari dell’Amministrazione Finanziaria.

Ormai, sappiatelo, questi professionisti hanno deciso di dire BASTA, hanno deciso di unirsi e costituire un movimento su tutto il territorio nazionale, fuori da ogni logica sindacale, oramai tramontata ed i cui vertici rappresentano spesso solo se stessi.

Del resto dalla stessa manifestazione è emerso in modo inequivocabile la richiesta della creazione di una sola forza sindacale, unitaria, forte e rappresentativa della categoria.

Per questo si è deciso di ripetere tale iniziativa in diverse parti d’Italia, per trasformare la giornata dell’Indignato Fiscale del 9 marzo, nell’inizio di un percorso.

Vi confesso, che la richiesta, che a gran voce mi è stata fatta di guidare questo movimento che per la prima volta nella nostra storia, parte dalla base dei commercialisti, un po’ mi spaventa, ma l’energia e la volontà dei colleghi che hanno partecipato, nonché le numerose e-mail giunte da parte di chi non è potuto essere presente, mi dà il coraggio di affrontare questa nuova sfida, felice di aver trovato tanta solidarietà, tanta comunanza di sentimenti e di intenti.

Ebbene, cari amici e colleghi, noi siamo già a lavoro. La squadra, in via di formazione, è al vostro servizio, pronta a dare seguito all’iniziativa romana per fare in modo che tutti possano avere voce.
Possiamo dire che è iniziata una nuova era per il commercialista.
Il nostro slogan risuona in tutta Italia: RESISTERE PER CONTINUARE AD ESISTERE.

Vorrei concludere con una frase di Charles De GaulleIo prendo delle decisioni. Forse non sono perfette, ma è meglio prendere decisioni imperfette che essere alla continua ricerca di decisioni perfette che non si troveranno mai”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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