29 settembre 2020

MI-SEmbrava ci fosse il 110%

Autore: Direttore Antonio Gigliotti
Cari amici

Mi sembrava - ci sembrava - di avere a che fare con una norma finalmente efficace, che effettivamente avrebbe potuto dare una forte spinta propulsiva all’economia, ed all’edilizia in particolare, già fortemente provata dalle contingenze del mercato e ulteriormente rallentata dal Covid-19.

Mi sembrava - ci sembrava - di aver intravisto molte imprese riproporsi sul mercato più determinate che mai, spesso addirittura organizzate in aggregazioni in grado di fornire un “pacchetto unico e senza pensieri”, come direbbero in uno spot pubblicitario. Lo slancio dell’annuncio era stato, ed è tutt’ora, forte, con i cittadini, da un lato, speranzosi di poter finalmente approfittare di un’occasione ghiotta, e dall’altro lato imprese e consulenti pronti ad impegnarsi per un qualcosa di fiscalmente interessante, redditizio nonché positivo sul fronte dell’ecologia.

Mi sembrava - ci sembrava - che l’interesse fosse alto, altissimo, e ad ampio raggio, tant’è che anche i colossi bancari si sono mossi velocemente, introducendosi (forse un po’ a gamba tesa) nell’affare 110%, addirittura proponendo soluzioni che includono l’asseverazione. L’ulteriore possibilità della cessione del credito ha persino fatto sorgere l’idea di un “mercato” dei crediti stessi. Insomma, ovunque si ponga lo sguardo, il protagonista (fiscalmente parlando) di questi tempi è il rinnovato ecobonus.

Ebbene, temo che anche questa volta ci siamo illusi, perché a metterci lo zampino ancora una volta è stata la burocrazia, in primis il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).

Riassumendo, a che punto siamo? È presto detto: decorsi quattro mesi, siamo ancora al palo.

La norma, lo sappiamo, è quella dell’articolo 119 del decreto Rilancio - decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazione dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. Per i “primi chiarimenti”, che tanto per cambiare in luogo di chiarire hanno complicato e talvolta stravolto il tenore della norma, si è dovuto attendere la Circolare 24/E dell’8 agosto 2020, dopo di ché il tutto si è arenato.

Ad oggi, la piattaforma ENEA per l’invio delle pratiche non è attiva, rendendo le pratiche relative al 110% impresentabili, ma soprattutto, a questo punto, sarebbe meglio domandarsi: quali pratiche?

È tutto assolutamente fermo, anche e soprattutto perché i decreti MISE che dovevano essere emanati - addirittura ad agosto – a tutt’oggi mancano, e come se non bastasse non è da escludersi affatto che la norma cambi ulteriormente.

Non posso non domandarmi come sia possibile ed ulteriormente tollerabile che il legislatore sia costantemente superato, osteggiato, stravolto, nel momento in cui la disposizione si deve tradurre in istruzioni concrete, in presenza (o, in questo caso, in assenza) delle quali da un lato abbiamo la legge, che dice una cosa, eppure tale legge o non è applicabile, o diviene applicabile in un modo diverso rispetto a quel che pareva inizialmente.

E quindi? E quindi ancora una volta sono i burocrati a prendere effettivamente le decisioni, a meno che non ci troviamo di fronte ad un gioco delle tre carte, nel quale il legislatore “si fa bello” con norme (finalmente) interessanti, demandando poi al burocrate il ruolo del cattivo che tali norme blocca, modifica, di fatto cancella.

Sta di fatto che il tempo scorre, ed anche se si paventa un allungamento dei termini oltre il 31 dicembre 2021, mesi preziosi sono già andati sprecati.

In conclusione, MI-SEmbrava una buona idea… MI SA che mi sono sbagliato.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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