28 luglio 2014

PROROGA 770: MA ‘GRAZIE’ A CHI?

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

eccoci qui, al punto di partenza, come sempre. La proroga 770/14, tanto attesa, alla fine sembra cosa certa. Ma ‘alla fine’ non per modo di dire o intercalare… ‘Alla fine’ in senso letterale!! Sembra uno scioglilingua, eppure in realtà non è altro che una delle tante prese per i fondelli ai quali ci sottopone l’Amministrazione Finanziaria, cieca e sorda davanti alle esigenze dei professionisti e dei contribuenti.

Dunque, considerato che la scadenza ufficiale era posta al prossimo (imminente!) 31 luglio, dobbiamo registrare con nessuna meraviglia che anche questa volta il Fisco è stato ‘puntuale’ decidendo di concedere la proroga e ufficializzarla “…nei prossimi giorni...” a ridosso, ancora una volta, della deadline. Vero tempismo, non c’è che dire!!

Ma ci rendiamo conto? Io professionista, alla data del 28, con la scadenza al 31 luglio, dovrei stare seduto in poltrona e pregare (così come scrive un collega) Padre Pio o il mio Santo protettore nella speranza che venga ufficializzata una proroga (solo) il giorno prima della scadenza.

Discutibili, quindi, anche le modalità adottate per annunciare che l’ atteso rinvio ci sarà. Il Fisco nemmeno in questo ha saputo riservare l’adeguata considerazione che professionisti e contribuenti meritiamo. Ci aspettavamo una comunicazione “vecchio stampo” da parte del Ministero che ci rasserenava sulla proroga che a breve sarebbe stata ufficializzata. Abbiamo appreso che il posticipo della scadenza ci sarebbe stato per via della notizia divulgata dai Consulenti del Lavoro, nonché dalla pagine Facebook e Twitter del sottosegretario Zanetti che, se fino a pochi giorni fa assicurava l’impossibilità di procedere con la proroga perché le competenti articolazioni del MEF e dell'agenzia delle entrate avevano valutato, sul piano tecnico, che non ve ne erano i presupposti, ne ha poi annunciato la quasi certezza.

Dovremmo essere contenti? Dovremmo anche ringraziare? Si, forse dovremmo ringraziare coloro che ci hanno ridotto in questa situazione di caos! Coloro che, invece di mettere in piedi un sistema fiscale chiaro e trasparente, hanno offuscato ancora di più un apparato che era già in precedenza pieno zeppo di nodi e zone grigie! Ebbene, se proprio devo esprimere gratitudine a qualcuno, allora lo esprimo alle migliaia di colleghi che hanno tenuto duro e che, nel bene o nel male, sono arrivati fin qui a denti stretti. Di certo non leggerete da queste pagine alcun panegirico nei confronti di un’Amministrazione che non ha saputo né leggere né risolvere il disagio tanto chiaramente messo in evidenza dall’intera categoria (e non solo).

Il punto è che forse questa gente non ha ben capito che la necessità della proroga, questa volta come nelle precedenti, era stata generata dall’ingorgo creato proprio dai loro scellerati interventi. Come abbiamo più volte sottolineato, la nostra richiesta non dipendeva da una scarsa organizzazione in seno agli studi, bensì da una mancanza di chiarezza da parte dello stesso Fisco che legifera e decide senza tener conto delle difficoltà vissute da intermediari fiscali e contribuenti. Ultimo esempio è quello che sta accadendo proprio in queste ore, vale a dire gli ultimi interventi sugli studi di settore che sembrano essere in realtà un work in progress perenne!!!

Ecco spiegato allora perché mi sfugge il senso di tanta riconoscenza!!!

La proroga, presa così, risulta quasi una bufala. Una sconfitta dell’intero sistema. Il posticipo della scadenza si è reso necessario perché, a causa di un evidente ingorgo fiscale, non v’è stato il tempo materiale di procedere all’adempimento in oggetto. Ora, se fino a questo momento era stato pronunciato un categorico ‘no’ alla proroga, credete forse che negli studi siamo stati con le mani in mano? A questo punto la proroga arriverà a giochi fatti, o quasi, dopo una serie infinita di grattacapi e camicie sudate.

Diceva un comune detto che la vita è come una cambiale, nel senso che non si sa né quando scade né quanto vale. Ebbene, a quanto pare anche il fisco italiano ha questa natura… O meglio, le scadenze ci sono, ma non si è mai sicuri di avere gli strumenti e i tempi giusti per rispettarle!
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