17 febbraio 2013

QUANDO DIREMO.. “HABEMUS PRESIDENTEM”?

A cura di Antonio Gigliotti

Il 12 marzo si aprirà il Conclave per eleggere il nuovo Pontefice e nel giro di una manciata di giorni la fumata bianca ci annuncerà il nome di colui che sostituirà il Papa ‘dimissionario’. Questo è un esempio di certezza, di sicurezza che qualcosa comunque avverrà e ristabilirà l’ordine. ‘Habemus Papam’ proclameranno e colui che dovremo riabituarci a chiamare Santo Padre si presenterà ai fedeli.

Ora, proviamo a riflette sulla nostra categoria che, proprio quello stesso 12 marzo (sarà un caso?), dovrà assistere al ‘conclave’ di Palazzo Spada, dove i giudici (ancora una volta), dovranno decidere le sorti del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Sorti che, se tutti avessero accettato le precedenti disposizioni, si sarebbero potute tranquillamente fissare dopodomani con le nuove elezioni, con un nuovo presidente e un altrettanto nuovo consiglio.

E invece a qualcuno non è andata giù la possibilità che la categoria potesse riprendersi e andare avanti, così sono piovuti i diversi ricorsi per chiedere la sospensione di un iter che stava concludendosi nel migliore dei modi. È evidente che i toni pacati e i modi giusti di questa ‘seconda’ campagna elettorale non sono piaciuti all’ex presidente che, incurante di andar contro anche a quella lista a cui egli stesso apparteneva, ha deciso di alimentare nuovamente i disaccordi.

Cari amici e colleghi, non vi nascondo che mi risulta difficile capire a chi giova un simile accanimento. Sicuramente non ne trae profitto la categoria, men che meno la lista Miani – Marcello che fino a qualche mese fa era guidata dallo stesso Siciliotti e che comprende, tra i propri membri, alcuni colleghi che ritroviamo anche tra i firmatari degli ultimi ricorsi.

L’aspetto paradossale è che costoro non si rendono conto che così agendo fanno del bene solo ai propri interessi, calpestando in maniera evidente quelli della categoria, degli iscritti… I nostri, insomma. È loro ‘merito’ infatti se ancora per molto rimarremo senza governance, senza rappresentanza. Saremo privi di una ‘voce’ anche al cospetto del prossimo governo, col quale invece l’eventuale nuova squadra direttiva avrebbe potuto gettare le basi per un rapporto produttivo. Per non parlare poi dell’opinione esterna sia dei colleghi professionisti sia dei clienti. Che immagine diamo? Ma vogliamo davvero presentarci innanzi al Paese come la categoria dei ‘tutti contro tutti’?

Io (e non sono il solo) dico BASTA. Non ne possiamo più di simili giochi di potere, perché forse hanno del tempo da perdere, ma noi non ne abbiamo. Noi dobbiamo lavorare per difendere i nostri piccoli e medi studi che a loro, a quanto pare, non interessano più.

Mi chiedo se si possa sperare di riconquistare la credibilità quando il principale fautore di siffatti atti di discordia ha agito mettendo il bastone fra le ruote anche al collega Miani al quale aveva precedentemente lasciato il testimone.

Ora, sono personalmente persuaso e convinto della professionalità di Massimo Miani, verso il quale nutro una profonda stima personale. Del resto come non riconoscere a lui ed al collega Longobardi, il merito di essere stati esemplari per il modo in cui hanno condotto questa campagna elettorale. Però, mi consenta l’amico Miami, una piccola riflessione..o meglio una domanda: Come puoi accettare un tale “sgarbo” dal tuo predecessore ed ex compagno di squadra? Non è presente la tua firma nel ricorso al Consiglio di Stato che ha determinato il blocco delle elezioni, è vero.. tuttavia, cosa alquanto anomala, vi sono gli altri, quelli che sono ancora oggi nuovamente candidati con te, ma che evidentemente non ci credono abbastanza a queste elezioni. Eppure, se non hanno fiducia loro, che sono candidati, come possono pretendere di ispirarne a chi poi dovrà eleggerli e a chi saranno chiamati a rappresentare?

In sostanza, cari colleghi, alcuni componenti della lista Miani/Marcello, (compreso l’ex presidente Siciliotti), firmano un ricorso (l’ennesimo al Consiglio di Stato), che blocca le elezioni, in cui gli stessi sono candidati. Ma capite l’assurdo?..ma vi sembra logico tutto ciò?...Io mi candido e nello stesso tempo agisco “giudizialmente”, consapevole che ciò mi impedirà di partecipare alla competizione elettorale…

Non saprei dare, a tutto ciò, una risposta che sia scevra di amarezza. Pertanto, raccogliendo a due mani la speranza, mi rivolgo soprattutto al collega Miani chiedendogli di farsi promotore di un repentino ritiro dei ricorsi, affinché possano svolgersi le elezioni al più presto. In tal caso, a prescindere da chi dovesse vincere, se lo stesso Miani o Longobardi, la vittoria sarebbe esclusivamente di tutta la categoria che finalmente avrebbe un Presidente. Ritengo che sarebbe davvero un atto lodevole verso tutta la categoria.

Fatto ciò, si potrebbe proseguire verso il naturale, logico, chiaro e da tutti condiviso sviluppo degli eventi: le ELEZIONI, a conclusione delle quali, arrivata la “fumata bianca” potremo dire anche noi..” HABEMUS PRESIDENTEM”.

In definitiva, è vero che, come diceva Alessandro Manzoni,del senno di poi ne son piene le fosse”, ma allo stesso tempo credo che non sia mai troppo tardi per porvi rimedio!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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