12 aprile 2013

QUANTE BUGIE

A cura di Antonio Gigliotti

Da qualche giorno il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza, che rappresenta la base su cui si dovranno decidere eventuali interventi da fare nel corso del 2013 e la Legge di Stabilità (ex Finanziaria) per il 2014.

Alla luce dello stallo politico e delle condizioni economiche del Paese, il presidente Monti ha dichiarato che il documento è un ‘work in progress’. Ciò significa che il prossimo governo (sperando che si riesca a formarne uno) dovrà partire dal presente testo per tracciare decisioni politiche ed economiche, per stabilire come, cosa e chi tassare ed eventualmente spiegare all’Unione europea le ragioni che impediscono all’Italia di prestar fede agli impegni presi in passato.

Il governo attuale, che è dimissionario da dicembre, rimarrà in carica solo per svolgere atti di ordinaria amministrazione, come appunto l’approvazione del DEF o dei diversi decreti tra i quali quello per la restituzione dei crediti vantati dalle imprese fornitrici di beni e servizi nei confronti della ‘morosa’ Pubblica amministrazione. Nell’attuale documento, tra le altre cose, il governo dimissionario fa sapere che risulta impossibile, per il raggiungimento della stabilità, ritoccare o sopprimere l’Imu. È stato infatti lo stesso ministro dell’Economia, Vittorio Grilli a sottolineare che “se l’Imu sarà confermata, così come è anche per gli anni successivi ci sarà il pareggio, se nel 2014 dovesse essere ristrutturata per gli anni successivi, sarà necessario trovare una compensazione”. In sostanza, l’Imu non può essere toccata.

Ciò detto, però, non possiamo dimenticare che a capo del governo, seppur temporaneo, vi è uno dei candidati premier delle ultime competizioni politiche che, in campagna elettorale, aveva ipotizzato la possibilità di rivedere l’Imu. A questo punto, inizio davvero a temere che questa gente si senta in diritto e nella posizione di dubitare dell’intelligenza degli italiani, mettendo in discussione il nostro raziocinio e le nostre facoltà critiche. Tant’è che Monti, negli ultimi mesi dello scorso anno, ha cambiato più volte parere, in quanto prima di ‘salire’ in politica ribadiva l’impossibilità di un ritocco al ribasso delle tasse e fra queste dell’Imu.

È quindi evidente che nessuno, ai vertici ‘temporanei’ del nostro Paese, ha le idee chiare o tutti tentano deliberatamente di confondere le nostre. Ma è chiaro che non intendiamo farci distrarre dalle loro quotidiane ritrattazioni! A tirare fuori il primo segnale di insofferenza è stata Confediliza, che non ha accolto di buon grado il nuovo DEF. “Con il Def, di fatto il governo rifiuta la rimodulazione dell’Imu nel 2013 e nel 2014 e vincola il prossimo governo a respingere le proposte di modifica e poi mette le mani avanti dicendo che si dovrà prorogare l’imposta anche dopo la sperimentazione”, ha commentato l’associazione di categoria.

Come dare torto ai proprietari edili? È infatti certo che l’IMU 2013 sarà un vero salasso per imprese e alberghi. Nello specifico, chi possiede fabbricati di categoria catastale D sarà chiamato a versare integralmente allo Stato il pagamento dell’imposta, con l’aliquota standard del 7,6‰. I Comuni, a loro volta, avranno la possibilità di applicare un ulteriore aumento dell’aliquota (dello 0,3%) al fine di infoltire le proprie casse: siamo certi che la maggiorazione dell’aliquota verrà senza alcun dubbio applicata da quei Comuni nel cui territorio vi è una massiccia presenza di alberghi e imprese. Non penso sia questa la soluzione ideale per un Paese in crisi che sul turismo basa gran parte della propria economia. Arriva l’estate e gli alberghi inizieranno a riempirsi… ma se la prospettiva degli albergatori sarà quella di vedersi rincarata l’Imu, allora credo proprio che anche le tariffe lieviteranno!

Tuttavia, ciò che emerge in maniera tanto evidente è, innanzitutto, il gran mare di bugie che ci hanno sciorinato in campagna elettorale e, poi, che l’Italia sta attraversando uno dei periodi più bui degli ultimi vent’anni.

E mentre tutto va a rotoli, nei palazzi del potere non si è ancora giunti a una svolta, con l’unico risultato che a quasi due mesi dalle elezioni siamo ancora senza governo.

Lo scrittore Luciano Bianciardi, nei primi anni sessanta, scriveva che “la politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere. Oggi, gli eventi che stanno interessando il nostro Paese sembrano sul serio voler testimoniare questa triste verità, sottolineando giorno dopo giorno l’irresponsabilità di chi è stato scelto per amministrare l’Italia e guidarla fuori dalla recessione.
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