C’è anche il gioco d’azzardo, nell’infilata di scelte e decisioni racchiuse nella Legge di Bilancio 2025: una voce che vale 90 miliardi di euro, di cui 78 andati in vincite e 7 finiti nelle casse dello Stato.
È forse uno dei passaggi della Manovra che più di ogni altro sta scatenando le ire di chi con i problemi causati della ludopatia combatte ogni giorno. In pratica, al “Lotto” e al “Superenalotto” viene aggiunta un’estrazione settimanale prevista per il venerdì, da cui si stima possano arrivare 105 milioni di euro, metà dei quali destinati al Fondo per le emergenze nazionali. A questo, si aggiunge la proroga di altri due anni per le concessioni di bingo e macchinette, a fronte dell’obbligo per i titolari di versare 108mila euro per ognuno dei due anni aggiuntivi, e con un canone aumentato del +10%. In totale, significa 456 milioni in arrivo il prossimo anno e altrettanti nel 2026.
Quanto basta per scatenare le ire dei responsabili della campagna “Mettiamoci in gioco” e quelli della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, che hanno scelto la strada di chi preferisce non andare per il sottile: “Mettiamo in guardia la politica e l’opinione pubblica sulla gravità delle norme che riguardano il gioco d’azzardo presenti nel testo della legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato. Anche i provvedimenti presenti in questa manovra sembrano confermare la subordinazione dei governi agli interessi della lobby dell’azzardo, senza curarsi dei diritti e delle esigenze dei cittadini ma nemmeno degli interessi dello Stato”.
Tra le tante criticità la scomparsa dal Ministero della Salute dell'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, un organismo che raccoglie anche le associazioni: “In verità già la legge 41/2024, contestata da Mettiamoci in gioco e Consulta Nazionale Antiusura, istituiva una Consulta permanente dei giochi pubblici presso il Ministero dell’Economia, con la presenza dei concessionari del gioco d’azzardo, che di fatto marginalizzava l’Osservatorio e spostava il focus sulla dimensione economica ed erariale del fenomeno. Dal testo della legge, non è chiaro se questa Consulta continuerà a esistere mentre è prevista l’istituzione di un Osservatorio dedicato “a ogni forma di dipendenza”, che dovrebbe occuparsi di tutte le dipendenze patologiche”.
La consulta nazionale punta il dito anche contro l'abrogazione del fondo di 50 milioni di euro annui destinato alla prevenzione e cura della ludopatia: “Al suo posto viene istituito un Fondo per le dipendenze patologiche, ripartito tra le Regioni sulla base di criteri determinati con decreto del ministro della Salute”.
Provvedimenti, per di più, che arrivano nel 2024, anno in cui “verrà toccato un nuovo record nella raccolta del gioco d’azzardo, con una stima di circa 160 miliardi di euro, destinato a frantumare il record raggiunto lo scorso anno con 147,7 miliardi di euro. Dati allarmanti confermati da indagini e studi come quello IPSAD del CNR-IFC che stima in 20 milioni gli italiani tra i 18 e gli 84 anni (il 43%) che nel corso del 2022 hanno giocato d’azzardo almeno una volta e 800mila quelli a cui nel corso dello stesso anno è stato accertato un profilo di gioco a rischio da moderato a severo. “È evidente che il governo intende cancellare tutti quegli spazi dove possano emergere le reali conseguenze dell'azzardo nella vita delle persone - tuona don Armando Zappolini della Campagna Mettiamoci in gioco - non si vuole che la gente sappia quanto dolore e quanto sangue c'è su quei soldi ai quali non si vuole rinunciare. Questa non è distrazione, è complicità”.
Preoccupazione anche da Luciano Gualzetti, presidente della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II: “La linea è sempre la stessa: il governo antepone gli interessi di far cassa e delle imprese del settore a discapito della salute individuale e pubblica del Sistema Paese, considerando l’azzardo una leva fiscale sulla pelle delle persone più fragili”.
Secondo fonti del Ministero dell’Economia, i volumi di raccolta dei giochi e delle scommesse nell’arco di tempo compreso fra il 2004 ed il 2023 ammontano a un totale pari a 1.617 miliardi di euro, “dovuti in parte a giocate che un tempo erano gestite sul mercato illegale”. Nel giro di 20 anni, la crescita della spesa di chi gioca è diventata impressionante, passando dai 25 miliardi del 2004 ai 48 del 2008, 102 del 2017 e 136 del 2022. Per la lotteria istantanea del Gratta&Vinci, nello stesso quadriennio in esame, sono stati venduti 7,6 miliardi di tagliandi per una spesa totale di 42,5 miliardi di euro: significa 4mila “grattate” al minuto, 24 ore su 24.
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