16 luglio 2013

SUA ECCELLENZA IL FISCO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, finalmente qualcuno dagli alti scranni parlamentari si è accorto del grave stallo burocratico nel quale il Paese è piombato!

Leggevo infatti in questi giorni un interessante intervento sulla stampa del senatore Pietro Ichino che, raccontando le vicissitudini delle quali è stato a malincuore protagonista, sottolineava il farraginoso sistema burocratico italiano denunciando altresì una dilagante arroganza dell’Amministrazione pubblica (in questo caso Finanziaria) che, pretendendo il rispetto degli adempimenti, non è però in grado di presentare il medesimo atteggiamento nei confronti del contribuente.

Ben venga che un rappresentante istituzionale prenda atto del disagio al quale noi siamo quotidianamente soggetti, con l’auspicio però che non ci si limiti a denunciare, ma che si vada a fondo con azioni concrete. Sono ormai tanti, troppi, mesi che da queste stesse pagine raccontiamo la vita ‘fiscale’ degli italiani, pressati da un Fisco che vuole tutto senza venire mai incontro ai cittadini. È potenzialmente un bene che quanto da noi evidenziato a cadenza giornaliera abbia ora raggiunto chi può operare sul fronte delle istituzioni. Sottolineo ‘potenzialmente’ perché non vorrei che la vicenda rimanesse relegata a qualche colonna di quotidiano!!

Facendo eco a tutto ciò che abbiamo scritto nelle scorse settimane e abbracciando anche la posizione del senatore Ichino, mi chiedo se non sia preferibile un sistema fiscale dove l’Amministrazione non si ponga nelle vesti di padre/padrone, ma divenga davvero chiara e trasparente nei confronti dei contribuenti. Ecco, è giusto e sacrosanto che in uno Stato civile e democratico si paghino le tasse. Questo è un dovere di ciascun cittadino. Tuttavia non sarebbe altrettanto giusto che lo Stato, da parte sua, ‘ripaghi’ la fedeltà fiscale con uno snellimento della burocrazia e con l’incremento dei servizi ai quali hanno diritto quegli stessi cittadini che ‘devono’ versare le imposte? Purtroppo al giorno d’oggi il Fisco italiano sta assumendo sempre più le vesti di un monarca assoluto che, per far cassa, opprime i sudditi inermi, schiacciandoli altresì con un’asfissiante arroganza burocratica.

E per dimostrare che non son chiacchiere al vento, vi porto un esempio, l’ultimo in ordine cronologico e che ha visto, ancora una volta, la nostra categoria in prima linea.

Lo scorso lunedì 15 luglio l’Agenzia delle Entrate, con la circolare 23/E sugli studi di settore per l'anno d'imposta 2012, ha affrontato questioni importanti sul tema.

Ottimi chiarimenti!!
Peccato però che siano giunti a versamenti effettuati!!

Qualcuno se n’è accorto? Mi pare di no. L’Amministrazione Finanziaria ha continuato a calpestare professionisti e contribuenti incurante della congiuntura economica che è difficile per tutti e dei numerosi appelli a un rapporto caratterizzato da cooperazione e chiarezza.

Ecco, sono questi i nodi che andrebbero sciolti al fine di rendere più fluido il sistema di crescita. I governi che si sono succeduti hanno fatto grandi proclami sulla semplificazione, tuttavia a conti fatti nulla pare esser cambiato. Così non si può sperare di andare avanti, raggiungendo magari gli standard europei. In queste modo il Paese si presenta come vittima e carnefice, destinato comunque al fallimento!

Il diplomatico italiano Carlo Dossi scriveva che “scopo della burocrazia è di condurre gli affari dello Stato nella peggior possibile maniera e nel più lungo tempo possibile”. Quale testimonianza migliore potevano trovare tali parole, se non l’Italia attuale?
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