Nel panorama globale delle pratiche di rendicontazione di sostenibilità, le imprese si trovano ad affrontare nuovi orizzonti normativi e opportunità strategiche. L'implementazione degli standard IAS/IFRS emerge come un punto cruciale di discussione, insieme alle direttive europee e agli standard storicamente utilizzati.
La possibilità per le società di adottare gli IFRS S senza aver precedentemente applicato gli standard IAS/IFRS è sancita nelle previsioni dell'IFRS S1, paragrafo 8. Questo rappresenta un passo significativo verso una maggiore uniformità e trasparenza nelle pratiche di rendicontazione di sostenibilità, anche in presenza di standard contabili diversi.
La predisposizione del rendiconto sulla sostenibilità solleva la questione dell'utilizzo di modelli settoriali. SASB e GRI forniscono specifici modelli di settore per agevolare la preparazione del report, mentre gli IFRS S concentrano la loro attenzione sul clima (IFRS S2), con l'attesa di ulteriori modelli dagli ERS. Al contrario, altri standard, con alcune eccezioni, non contemplano modelli specifici.
Gli standard GRI emergono storicamente tra i più utilizzati a livello mondiale. Progettati per analizzare impatti attuali e potenziali sull'ambiente e sui diritti umani, adottano un approccio di materialità di impatto (inside-out). Gli standard ISSB, invece, si focalizzano sulla definizione della materialità finanziaria (outside-in).
La direttiva europea sul report di sostenibilità (CSRD), in corso di adozione entro il 6 luglio 2024 nei Paesi UE, rappresenta un passo significativo. Questa direttiva prevede l'inclusione delle informazioni di sostenibilità nella relazione sulla gestione, con trasmissione in formato XBRL.
Il revisore sarà coinvolto, passando da una revisione limitata a una completa, simile a quella prevista per il bilancio d'esercizio.
La sfida per le imprese è superare la mera conformità, pianificando e sviluppando attività e rendicontazione di impatti, rischi e opportunità connesse. L'evoluzione prospettata rappresenta un'opportunità per i professionisti e le imprese, che possono cogliere il momento di cambiamento attraverso l'ampliamento delle competenze e la costruzione di sinergie fruttuose.
Il ruolo del revisore legale - Con l'introduzione della CSRD, il panorama della revisione legale è destinato a subire notevoli cambiamenti, con un'attenzione particolare al ruolo del revisore nella rendicontazione di sostenibilità. La CSRD impone l'obbligo di un'attestazione di conformità affidabile sulla rendicontazione di sostenibilità, assegnata a un soggetto designato. Aziende e imprese sono ora libere di scegliere tra un revisore legale o una società di revisione contabile, a patto che siano regolarmente iscritti al Registro dei revisori.
Questa trasformazione rappresenta un punto di svolta nella disciplina della revisione legale, come evidenziato dallo schema di decreto di recepimento. Il decreto propone una specifica abilitazione per i revisori legali incaricati della rendicontazione di sostenibilità, imponendo un tirocinio di almeno otto mesi presso revisori o società che emettono attestazioni di conformità alla relazione di sostenibilità.
La CSRD mette in luce l'importanza di una preparazione mirata e approfondita, con l'esigenza di accumulare almeno 25 crediti formativi per mantenere l'abilitazione. Inoltre, sono previsti controlli di qualità periodici per garantire che i revisori mantengano gli standard richiesti.
In questo nuovo scenario, il revisore diventa un attore chiave nella validazione della rendicontazione di sostenibilità. Il suo ruolo non è solo quello di attestare la conformità, ma anche di fornire una prospettiva critica e competente sulle pratiche sostenibili dell'impresa. La sua abilità nel comprendere e valutare gli impatti ambientali, sociali e economici diventa cruciale per garantire una rendicontazione affidabile e in linea con gli standard richiesti dalla CSRD.
La trasformazione nella rendicontazione di sostenibilità riflette una convergenza normativa e l'apertura a nuove prospettive. Le imprese sono chiamate ad adattarsi e capitalizzare sulle opportunità emergenti, contribuendo non solo alla trasparenza ma anche allo sviluppo sostenibile a livello globale.
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