Chi era convinto che durante il lockdown gli italiani avessero trasformato le loro abitazioni in forni sempre accesi da cui uscivano pizze, focacce, panzerotti e teglie di lasagne, ha di che ricredersi. Lo racconta il Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti Surgelati realizzato dalla IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), secondo cui nel 2020 il consumo pro capite di prodotti frozen è salito a 15,1 kg, a fronte di un calo record dei consumi delle famiglie, sceso del -9,1% rispetto al 2019.
Per il settore si parla di una crescita del +5,5%, per un totale di 896.034 tonnellate, contro le 150.800 del canale retail e le 89.700 del catering registrate nel 2019, anno già considerato da incorniciare.
In cima alla classifica le pizze congelate (+12,5%) e le patatine fritte (+12%), seguite da snack, vegetali preparati, zuppe, minestroni, prodotti ittici, patate, paste ripiene e semilavorate, carni rosse e bianche e dessert. Crolla invece il settore del “fuori casa”, con le chiusure di bar, ristoranti, mense scolastiche e aziendali che hanno determinato un calo a volume del 37%, dopo una crescita costante registrata a partire dal 2008.
A crescere è anche l’export del settore, soprattutto di pizze surgelate, che per buona parte hanno preso la strada verso la Germania (19,3%), gli Stati Uniti (14,1%), la Francia (13,1%), la Svizzera (7,4%) e l’Olanda (4,1%).
“La familiarità dei consumatori italiani con i surgelati sembra ormai una tendenza stabile, che va al di là del particolare anno trascorso e poggia sui numerosi e verificati punti di forza di questo tipo di alimenti: l’alto livello qualitativo delle materie prime, la disponibilità costante in ogni periodo dell’anno, l’elevato apporto nutrizionale, la sempre più vasta ampiezza della proposta, l’enorme praticità d’uso, la grande valenza anti spreco e, in generale, la rispondenza alle crescenti esigenze di consumo sostenibile”, ha commentato Giorgio Donegani, Presidente di IIAS.