Non è ancora chiaro se il 2024 avrà un buon motivo per essere ricordato, ma quasi sicuramente uno è già possibile escluderlo d’ufficio, perché non darà pace alle tasche degli italiani. Secondo quelle che al momento- è bene sottolinearlo – sono semplici previsioni, l’anno iniziato da poche settimane non riserva nulla di buono: lo dice il rapporto “Cara Italia”, realizzato da Facile.it e Consumerismo No Profit partendo dai dati dello scorso anno e da annunci e voci di corridoio al momento più o meno confermate.
Volendo iniziare per il verso giusto (si fa per dire) dal fronte dell’energia, se nel 2023 una famiglia tipo con contratto di fornitura ha speso circa 2.100 tra luce e gas, quest’anno potrebbe arrivare a quota 2.600 euro grazie al ritorno degli oneri di sistema e dell’Iva ordinaria sulle bollette, con incrementi variabili fra il 20 ed il 38%. Non sarà da meno la probabile stangata in arrivo da un’altra voce oggi fondamentale: telefonia e connessioni internet. Come già dimostrato lo scorso anno, le compagnie sono pronte a sfruttare l’opzione degli adeguamenti all’inflazione che proprio dal 2024 scatteranno in automatico ogni anno.
Secondo Assoutenti, “I consumatori italiani andranno incontro ad una ‘stangata telefonica’ pari a +770 milioni di euro all’anno, con le tariffe per i servizi di rete fissa, mobile e internet che, nel corso del 2024, subiranno sensibili rincari”.
E se poi allo tsunami di rincari sfuggisse qualche denaro, sono pronte a fare la propria parte le immancabili banche, dove secondo gli ultimi dati di BankItalia i costi di gestione di un c/c sono aumentati del +31% in soli cinque anni, raggiungendo già due anni fa un totale annuo di 104 euro. Un fenomeno a cui il “Corriere della Sera” ha chiesto ad “Altroconsumo” un’analisi approfondita alla ricerca delle proposte più vantaggiose. Non per buttarla sul drammatico, ma su 297 istituti bancari considerati, a salvarsi sono stati soltanto quattro.
Anche se, secondo gli esperti, è ancora presto per fare previsioni, almeno senza sapere le decisioni di politica monetaria adottate dalla BCE. Se l’inflazione dovesse diminuire nel medio periodo, non è escluso che anche le offerte delle società di credito potrebbero beneficiare di un calo. Ma al momento, meglio stare abbottonati.
Niente diminuzione, al contrario, per le assicurazioni auto e moto, anzi, è facile immaginare che all’aumento dello scorso dicembre, + 35% per le moto e 37% per l’auto, ne seguirà un altro. A proposito di auto, vale ricordare che dal 1° gennaio scorso, utilizzare i 3.000 km della rete di “Autostrade per l’Italia” costa l’1,51% in più, valore addirittura inferiore rispetto a quelli messi in pratica da altri gestori.
Per finire le pessime notizie con i prezzi all’ingrosso, che risentono e risentiranno degli eventi atmosferici sempre più imprevedibili e devastanti. La spesa di frutta e verdura per una famiglia di 4 persone potrebbe assestarsi sui 130 euro al mese (o 1.500 all’anno): +14% rispetto al 2023.
La butta piega dell’anno in corso potrebbe almeno avere un effetto lenitivo per i mutui variabili, su cui dopo le impennate che lo scorso anno avevano raggiunto il picco del +60%, è facile immaginare un calo delle rate.
E sembra quasi una nota stonata parlare di “buone notizie” di fronte ad uno tsunami di rincari, parlando di carburanti. Secondo l’analisi, nelle prime settimane il 2024 sembra confermarsi il trend in ribasso iniziato lo scorso settembre, nonostante il conflitto in Medioriente e la crisi del mar Rosso lasciassero presagire l’esatto contrario.
A tirare le somme delle spese necessarie agli italiani per assicurarsi gli identici prodotti e servizi dello scorso anno ci ha pensato il “Codacons”, secondo cui il conto totale dei rincari nel 2024 ammonterà a 974 euro a famiglia, mentre Federconsumatori corregge il tiro alzandolo fino a superare la soglia psicologica dei 1000 euro.
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