3 febbraio 2025

Anche per il 2025 confermato il Bonus animali domestici

Obiettivo, dare una mano concreta ai milioni di nuclei familiari in cui convivono “animali da affezione”, ma combattere anche il fenomeno dell’abbandono e del randagismo, che continua a toccare cifre preoccupanti

Autore: Germano Longo
Secondo alcune stime aggiornate allo scorso anno, in Italia ben 32 milioni di animali domestici vivono presso nuclei familiari: una cifra che proietta il nostro Paese al secondo posto in Europa per numero di animali da compagnia, alle spalle solo dell’Ungheria. È pensando a loro, e soprattutto ai 1,1 miliardi di euro spesi dagli italiani nel 2023 per le cure – come certificato di recente dalla Ragioneria centrale dello Stato – che anche per il 2025 il Governo ha confermato il cosiddetto “Bonus animali domestici”, in pratica una detrazione fiscale pari al 19% sull’Irpef per coprire eventuali spese (esclusivamente tracciabili) veterinarie, visite specialistiche, farmaci, operazioni chirurgiche, esami e analisi di laboratorio per diverse specie animali, fra cui cani, gatti, criceti, furetti e piccoli roditori.

Il tutto per un totale di spesa massima pari a 550 euro, che non cambia anche se il numero di animali presenti è più di uno, e che per i farmaci scatta a fronte di una spesa minima di 129,11 euro, soglia di sbarramento per accedere alla detrazione. Non sono detraibili le spese per la cura di animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare, quelli detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole o ancora utilizzati per attività illecite.

Fra i requisiti previsti per accedere al bonus, i 65 anni del richiedente, che deve essere residente in Italia, con ISEE non superiore a 16.215 euro e proprietario di animale domestico registrato all’Anagrafe degli animali d’affezione (definiti anche da compagnia), categoria in cui rientrano animali “tenuti, o destinati a essere tenuti, dall'uomo per compagnia o affezione senza fini produttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo, come i cani per disabili, gli animali da pet-therapy, da riabilitazione e impiegati nella pubblicità”. Ma va anche ricordato che, oltre al bonus nazionale, ogni Regione o singolo Comune mette spesso a disposizione ulteriori misure di aiuto.

Il Bonus animali domestici è stato istituito lo scorso anno con una dotazione complessiva di 750mila euro per coprire il triennio 2024-2026 (250mila per ogni anno), con due obiettivi principali: da una parte aiutare i proprietari di animali da compagnia a far fronte alle spese veterinarie, stimate mediamente in 170 euro all’anno, ma con picchi ancora maggiori registrati in alcune grandi città, ma dall’altra tentare di debellare il fenomeno del randagismo, che, secondo alcune stime, lo scorso anno aveva toccato la cifra di 80mila cani abbandonati per le strade, spesso diventati causa inconsapevole di più di 2mila incidenti stradali, alcuni dei quali con gravissime conseguenze, tanto per gli automobilisti coinvolti quanto per gli animali stessi.

Cifre a cui vanno aggiunte quelle del XII Rapporto “Animali in Città 2023” di Legambiente, secondo cui due milioni di cani risultano mancanti all’anagrafe canina nazionale, e di questi, quasi 1,5 milioni sono localizzati in sole cinque regioni del Centro-Sud Italia, tra Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Lazio. Il dato preoccupante riguarda quelli che sono definiti “cani vaganti”, ovvero randagi e padronali privi di gestione, compresi tra 400 e 700mila, così come i randagi, stimati fra 200 e 350mila.

“Nell'ottica di garantire i benefici per la salute che, in alcuni casi, porta l'interazione con gli animali da affezione, il ministero della Salute avrà cura di continuare a verificare le possibilità di un futuro rafforzamento delle misure finanziarie in favore dei proprietari di animali non abbienti”, ha commentato il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha anche annunciato l'idea di istituire un veterinario di base convenzionato con il SSN, seguendo la falsariga dei medici di famiglia: “Confermo che il ministero prenderà in considerazione anche la proposta per l'istituzione del veterinario di base, una figura che dovrebbe consentire, soprattutto alle famiglie non abbienti, di poter contare sulla presenza di un veterinario”.
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