19 dicembre 2024

Aumenta il preoccupante fenomeno della povertà energetica

Oltre 2,36 milioni di famiglie in Italia faticano a pagare le bollette di luce e gas, e molte per risparmiare non accendono i riscaldamenti. I dati di una ricerca che ha messo in moto anche la UE per arrivare a garantire i bisogni essenziali

Autore: Germano Longo
Dietro la freddezza di una definizione tecnica come “povertà energetica”, si nasconde una situazione di povertà che impedisce a migliaia di famiglie di garantire un livello di riscaldamento adeguato alla stagione invernale e la possibilità di accedere all’energia per gli usi domestici quotidiani. Due bisogni essenziali per assicurare uno standard di vita che tuteli la salute dei cittadini e faciliti l’inclusione sociale. Una condizione che secondo le stime dell’UE tocca da vicino circa 50 milioni di nuclei familiari: di questi, 2,36 milioni, il 9%, vivono in Italia.

La parte peggiore è che, rispetto al 2022, la cifra di nuclei familiari in povertà energetica è aumentata dell’1,3%, che significa altre 340 mila famiglie costrette al freddo.

Sono dati estrapolati da una ricerca realizzata dall’OIPE (Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica) e Fondazione Banco dell’Energia, ente No-Profit che sostiene persone e nuclei familiari a rischio povertà. Ma i numeri, avverte l’OIPE, nella realtà sarebbero ben diversi dalle statistiche, a cui andrebbero aggiunte “le situazioni di povertà energetica “nascosta”, l’insieme delle famiglie con spesa complessiva al di sotto della media che hanno dichiarato di non aver speso nulla per il riscaldamento. Un fenomeno preoccupante perché segnala un inasprimento delle condizioni di disagio delle famiglie più povere, costrette a spegnere i sistemi di riscaldamento per risparmiare”.

In Italia, la percentuale più alta di persone in povertà energetica si concentra tra le isole e il Nord Ovest, spalmato fra piccoli centri e zone suburbane, mentre il record di regione con il tasso più alto di povertà energetica spetta alla Calabria con il 19,1%, seguita dalle Marche al 4,9%. Con il +4,4%, la Basilicata è invece la regione che registra l’incremento maggiore.

Nel 2023, la media della spesa energetica domestica delle famiglie italiane è scesa del 6,4%: circa 120 euro in meno rispetto all’anno precedente, con un esborso totale medio di 1.800 euro. Nel dettaglio, la spesa per l’energia elettrica e per il gas è calata rispettivamente dell’1,9% e del 14,8%, a fronte di una crescita dei prezzi per l’elettricità pari al 6,2% e di una sostanziale stabilità del costo del gas. Ma il 2023, ricorda l’OIP, è stato un anno caratterizzato da un inverno particolarmente mite, con temperature minime che spesso hanno superato la media storica al punto da abbassare al -16,8% il fabbisogno di riscaldamento e gas naturale. Ma sempre lo scorso anno, prosegue l’OIPE, si è assistito anche ad una progressiva riduzione delle politiche di sostegno alla spesa energetica delle famiglie iniziata nel 2021 e proseguita nel 2022 con 10 miliardi di euro stanziati a fronte dei 27,3 miliardi di euro previsti nel 2022. Il calo si è avvertito con particolare intensità sui bonus sociali elettrico e gas, passati da 3,2 a 2,2 miliardi di euro da dividere per 2,5 milioni di famiglie.

Ancora una volta, a rimetterci sono i più deboli, quelli senza voce e ancora meno speranze come i minori e gli extracomunitari. Dalle rilevazioni dell’OIPE, sempre nel 2023 un quarto delle 693mila famiglie in povertà energetica aveva almeno un minore in casa: significa 1,15 milioni di bambini e ragazzini che rappresentano il 10,6% il numero di famiglie con minori che vivono in Italia.

“I dati sulla povertà energetica sono scioccanti – ha commentato Benedetta Scuderi, Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento UE - sono numeri che crescono sempre di più e creano sempre più diseguaglianze. Come gruppo dei Verdi in Parlamento europeo stiamo agendo su più direttrici: la prima è quella dei prezzi dell’energia, promuovendo l’inserimento delle rinnovabili nel mix energetico e spingendo sull’elettrificazione, anche con sistemi di district heating e district cooling. La seconda mette in relazione l’efficienza energetica e la giustizia sociale: in questo senso, dopo la direttiva sull’efficientamento degli edifici, abbiamo proposto di prevedere sia finanziamenti diretti per i gruppi in condizioni di grandissima vulnerabilità sia meccanismi innovativi come una garanzia europea per mutui a tassi estremamente agevolati per chi non può permettersi interventi di questo tipo”.
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