Il colosso di Cupertino, fedele alla celebre frase del suo leggendario creatore Steve Jobs (“Stay hungry, stay foolish”, siate affamati, siate folli), è sempre un passo avanti. Lo dimostra, per l’ennesima volta, l’enorme attenzione che la Apple sta dedicando alla privacy, vista come un “diritto umano fondamentale”, ma a anche e soprattutto come un “atout” sempre più determinante per staccare la concorrenza su territori che nessuno aveva previsto.
Nel corso della conferenza in streaming ospitata all’interno dell’edizione 2021 del “WWDC” (WorldWide Developers Conference), oltre a presentare i nuovi sistemi operativi, Apple ha svelato centinaia di nuove funzionalità dei propri device sviluppati per garantire il sacrosanto diritto al rispetto e la tutela dei dati degli utenti. Un passo in avanti decisivo nel delicato campo della privacy, che alcuni interpretano in realtà come un nuovo capitolo nel tentativo di dominio assoluto della piattaforma, arrivato a chiudersi ino a impedire il tracciamento ai fini pubblicitari e la monetizzazione dei profili di cui ha estremo bisogno la concorrenza dei “colleghi” della Silicon Valley come Facebook, Amazon e Google, giusto per citarne tre.
Apple respinge le accuse, replicando che si tratta piuttosto di estrema correttezza verso la propria clientela, a cui spetta di diritto il pieno controllo dei propri dati. Un esempio è l’introduzione del blocco dei “cookies”, seguito dall’ancora più radicale avvento del “Sign-with-Apple” che consente di iscriversi a qualsiasi servizio in modo anonimo passando attraverso Apple, seguito dalle funzioni che promettono piena trasparenza del tracciamento messo in pratica dalle app, che sta gettando lo scompiglio nel settore pubblicitario.
Ma per contro, oltre alle funzioni “visibili” e annunciate, ce ne sarebbero altre ancora più sottili e recondite, come quella che vieta al client di posta “Mail” di svelare quando e dove è stato aperto un messaggio, e quali link risultano più cliccati. Anche “Safari”, il motore di ricerca Apple, passando attraverso il “Private Relay” nasconderà l’IP di partenza garantendo l’anonimato. A questo va aggiunto l’App Privacy Report che promette di monitorare le autorizzazioni delle applicazioni (posizione, fotocamera, video, audio), e perfino di sapere con chi quei dati potrebbero essere condivisi. Ultima blindatura per “Siri”, l’assistente vocale, che non sarà più attivabile attraverso il cloud ma in locale, sul proprio device, dotato di processore Apple Silicon.
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