14 giugno 2021

Bankitalia: “accelerazione della ripresa economica e Pil al 5%”

La Banca d’Italia, rivede al rialzo le proprie previsioni economiche, stimando un aumento del Pil equivalente al 5%, nell’anno corrente, considerando, tuttavia, i rischi correlati all’evoluzione della pandemia e alle misure di sostegno dell’economia. Nel 2022, si prevede un incremento del Pil pari al 4,5%, mentre del 2,3% nel 2023, tuttavia entro il prossimo anno si dovrebbe ritornare ai livelli pre- Covid.

Un tale scenario dipende dal miglioramento della situazione epidemiologica e, soprattutto, dall’efficacia delle misure di sostegno e rilancio, finanziate attraverso il bilancio nazionale e i fondi europei, tra le quali, quelle definite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Bankitalia, tra l’altro, evidenzia, nelle tabelle, una crescita del Pil del 4,4% nel 2021, puntualizzando, però, che tale proiezione non comprende i dati divulgati dall’Istat l’1 giugno, nei quali, la crescita nel primo trimestre dell’anno è stata rivista al rialzo di mezzo punto percentuale. Considerando tali dati, nel prossimo anno, la crescita dovrebbe essere maggiore di oltre mezzo punto percentuale, assestandosi intorno al 5%.

Le stime di Bankitalia, tra l’altro, sono simili a quelle di Confindustria, infatti, il presidente Carlo Bonomi, ha affermato che nell’anno corrente si registrerà una crescita superiore a quella stimata, oltre il 5%. Nella stessa direzione, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il quale durante l’ultima audizione in Parlamento, ha definito “probabile” una revisione al rialzo della previsione annua del Pil pari al 4,5%, da come emerge dal Documento di economia e finanza.

Nel mese di gennaio Bankitalia aveva prevista una crescita del Pil del 3,5% nel 2021, del 3,8% nel 2022 e del 2,3% nel 2023. La revisione al rialzo di quest’anno, è dovuta agli effetti di stimolo provenienti dalle ulteriori misure di sostegno introdotte dal Governo, ultimamente, e dalle informazioni più aggiornate, in riferimento all’ utilizzo dei fondi europei, presenti nel Pnrr, recentemente inviato alla Commissione europea.

Gli investimenti incideranno significativamente sulla ripresa dell’economia, che da quanto esplica l’istituto centrale, si espandono in misura accentuata, grazie alla diminuzione dell’incertezza in merito alle prospettive di domanda, alle favorevoli condizioni di finanziamento e al sostegno proveniente dalle misure contenute nel Pnrr. Si prevede, dunque, un aumento degli investimenti fissi lordi del 13,8% nell’anno corrente, del 9,3% nel 2022 e del 4,8% nel 2023. Inoltre, si evidenzia un incremento dei consumi, e al contempo, una diminuzione del risparmio, rispetto al 2020, ma ancora superiore ai livelli pre-pandemia. Per quanto concerne la ripresa delle esportazioni, nella stessa direzione dell’andamento della domanda estera, dipende, principalmente, dagli scambi di beni, mentre la ripresa dei flussi turistici internazionali, risulta essere più cauto.

In riferimento ai consumi, si stima una crescita pari al 3,7% nel 2021, del 5,3% nel 2022 e, infine, del 2% nel 2023, contemporaneamente, l’inflazione aumenterà, complice la ripresa globale, ma rimarrà su livelli contenuti nel triennio 2021-2023. Al seguito di un lieve calo dei prezzi nel 2020, l’inflazione al consumo dovrebbe tornare positiva, rispecchiando il riavvio dell’economia globale, l’aumento delle materie prime e il progressivo riassorbimento dei margini di capacità inutilizzata, ma al contempo, contenuta, equivalente all’1,3% nell’anno corrente e su livelli simili nei prossimi due anni (1,2% nel 2022 e 1,3% nel 2023).

Bankitalia sottolinea l’impatto delle misure di sostegno del governo e delle risorse europee, da quelle incluse nel Pnrr, le quali contribuiranno alla crescita del livello del Pil di circa 4 punti percentuali tra il 2021-203, e circa la metà degli effetti dipende dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tale ipotesi, conferma che gli interventi, soprattutto gli investimenti, se realizzati senza particolari ritardi, possono essere efficaci nel sostegno della capacità produttiva del Paese.

Infine, Bankitalia, mostra uno spiccato ottimismo, in relazione alle prospettive del mercato del lavoro, prevedendo che il ritorno alla crescita è una conseguenza di un aumento delle ore lavorate, che entro il 2023 ritorneranno ai livelli pre-Covid. In riferimento al tasso di disoccupazione, nel 2021 aumenterà al 10,2%, mentre, nel 2022 diminuirà al 9,9% e nel 2023 si assesterà al 9,5%. Il numero di occupati, dunque, dopo una diminuzione media dell’1,2% nella media, registrata nel 2021, tornerebbe ai livelli del 2019, entro la fine del triennio di previsione.
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