25 marzo 2025

Bonus elettrodomestici, niente click day

Sconto in fattura fino a 200€ per l’acquisto di nuovi elettrodomestici

Autore: Luciana Giampà
Il bonus elettrodomestici non sarà più percepito attraverso una corsa su una piattaforma online, non ci sarà nessun click day. L’agevolazione, infatti, sarà riconosciuta con lo sconto in fattura per i nuovi acquisti.

Lo prevede un emendamento presentato dalla maggioranza alla camera dove è all’esame il Decreto bollette. Le regole definitive, tuttavia, saranno chiarite con la pubblicazione del decreto attuativo, che era atteso nelle prime settimane di marzo.

Bonus elettrodomestici: che cos’è

È un contributo, concesso per il 2025, per l’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica prodotti in Europa, in caso di sostituzione di elettrodomestici di classe energetica inferiore. Copre fino al 30% del costo di acquisto dell’elettrodomestico e ha un valore di 100€ per ciascun elettrodomestico. Nel caso di famiglie numerose con ISEE fino a 25.000€ il contributo riconosciuto è maggiore, cioè pari a 200€.

L’agevolazione può essere utilizzata per l’acquisto di un solo elettrodomestico.

L’obiettivo, oltre a incentivare l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica prodotti in Europa, è quello di favorire il risparmio energetico, il riciclo dei vecchi apparecchi e il sostegno all’industria.

Sconto in fattura: come funziona?

Il contributo sarà riconosciuto sotto forma di sconto in fattura dal venditore. Ma cosa significa? In pratica, una volta acquistato l’elettrodomestico, che rientra tra quelli agevolabili, l’utente avrà uno sconto in fattura, applicato direttamente dal venditore. Il venditore, poi, recupera lo sconto praticato all’utente, tramite credito d’imposta che gli sarà riconosciuto dallo Stato, utilizzabile esclusivamente in compensazione.

Le novità

Inizialmente l’agevolazione era rivolta solo all’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe energetica B. L’emendamento ha eliminato questa soglia perché penalizzava i prodotti realizzati in Italia e, di conseguenza, il Made in Italy.

La procedura di gestione del contributo è affidata alla piattaforma informatica PagoPA mentre le attività di verifica e controllo saranno gestite da Invitalia. Le spese per queste attività saranno al massimo pari al 4% delle risorse messe a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Quindi, considerando che le risorse sono pari a 50 milioni di euro, potrebbero ridursi a 48 milioni.
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