26 febbraio 2022

Potrebbe interessarti anche:

Quotidiano
30 marzo 2024

Educazione siberiana

Leggi l'articolo
Quotidiano
10 febbraio 2024

Buona vita, Ale

Leggi l'articolo
Quotidiano
23 dicembre 2023

La sposa bambina

Leggi l'articolo
Quotidiano
13 aprile 2024

Un mondo a parte

Leggi l'articolo
26 febbraio 2022

Bullizzato a morte

Autore: Ester Annetta
“Questo…Questo è il risultato del bullismo. Il mio bel bambino stava combattendo una battaglia nella quale neanche io avrei potuto salvarlo. È reale, è silenzioso e non c’è assolutamente nulla come genitore che si possa fare per superare questo profondo dolore…Aveva 12 anni... 12 anni. Come fa un bambino di 12 anni così consapevolmente amato da tutti a pensare che la vita è così dura che ha bisogno di togliersela…”

Sono le strazianti parole con cui inizia il lungo post che Samie Jo, la mamma di Drayke Hardman, ha scritto sul suo profilo social all’indomani della morte di suo figlio.

Le accompagnano alcune foto, in cui lei, il papà e le due sorelle più grandi abbracciano il corpo senza vita del piccolo, disteso sul lettino dell’ospedale dov’è stato trasportato d’urgenza e dov’è stato tentato il possibile per salvarlo.

Drayke non ce l’ha fatta, o, meglio, ce l’ha fatta a portare a termine quell’assurda decisione che è impensabile possa prendere chi è ancora un bambino, con l’intera vita da vivere, con tutti i suoi sogni, le tante cose ancora da imparare, lo stupore che a quell’età è linfa vitale.

Si è arreso ai continui pestaggi, alle vessazioni, ai maltrattamenti con cui un suo compagno di classe lo torturava da mesi, e che non erano cessati nemmeno quando la scuola aveva preso nei suoi confronti un provvedimento di sospensione. Anzi, l’aguzzino si era accanito ancor di più contro la sua innocente vittima, quel ragazzino dagli occhi chiari e dal sorriso gentile, con un fisico troppo minuto e un cuore troppo buono che lo rendevano incapace di difendersi.

Così, qualche giorno fa Drayke è tornato a casa con un occhio nero. Ai genitori non ha voluto dire chi fosse stato a conciarlo così: non faceva la spia, lui!

Lo ha confidato solo ad una delle sue sorelle, dandole una ulteriore conferma di quanto in realtà già tutti sapevano.

Ma non c’è stato tempo di agire, di fare qualcos’altro per togliere Drayke da quella pesante situazione, dare una lezione a quel bullo o, più drasticamente, cambiare scuola, ambiente, compagni, e voltare pagina.

Due sere dopo sua sorella lo ha trovato agonizzante in camera sua, impiccato con la sua felpa preferita al suo letto a castello.

Il luogo è Tooele County, nello Utah; ma che Drayke vivesse a migliaia di chilometri da noi non impedisce la vicinanza alla sua tragedia; sollecita, anzi, a prendere coscienza della dilagante diffusione di un fenomeno preoccupante, del dramma di tanti ragazzi-vittime per i quali la scuola può essere un inferno ed i compagni dei carnefici; ma anche di quello di questi ultimi, provati da chissà quali mancanze e da quali turbamenti che li inducono a condotte deviate, dietro cui si celano grida d’aiuto ed uno sconfinato bisogno di attenzioni e d’amore.

Persino il papà di Drayke ne è consapevole, al punto che nonostante la tragedia che lo ha investito, ha avuto la lucidità di dire: "Nel profondo c'è qualcosa di rotto nel bambino che ha portato via mio figlio, e deve venire da qualche parte, perché i bambini non sono naturalmente arrabbiati. Se lui ha avuto bisogno di maltrattare mio figlio per conquistare fiducia in se stesso, significa che gli manca qualcosa. Quindi, in un certo senso, questo bullo è a sua volta vittima, ed è qui che bisogna intervenire, trovare una soluzione, insegnando ai nostri figli che il mondo è rotto, ma loro sono la generazione che lo riparerà".

Che il sacrificio di Drayke possa allora essere un messaggio per le giovani generazioni corrotte dalla violenza ed un monito per tante famiglie che prestano poca attenzione ai disagi dei propri figli, tanto che siano vittime quanto che siano aguzzini, perché non si arrivi mai a gesti tanto estremi e mai nessuna madre debba scrivere: “Non so bene come vivere questa vita senza di te. Avrei dovuto passare il resto della mia vita con te, invece tu hai passato il resto della tua con me.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

Potrebbe interessarti anche:

Quotidiano
30 marzo 2024

Educazione siberiana

Leggi l'articolo
Quotidiano
10 febbraio 2024

Buona vita, Ale

Leggi l'articolo
Quotidiano
23 dicembre 2023

La sposa bambina

Leggi l'articolo
Quotidiano
13 aprile 2024

Un mondo a parte

Leggi l'articolo
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy