Le chiamano vacanze, ma suonano come una vera e propria stangata. Non è mai un caso: il via alla stagione degli spostamenti coincide con un aumento dei prezzi alla pompa di benzina e diesel, secondo i dati settimanali diffusi dal Ministero dello Sviluppo Economico arrivati a costare – rispettivamente – 1,614 e 1,474 euro al litro in modalità self-service, +12 e +11,8%.
Secondo l’UNC (Unione Nazionale Consumatori), in soli 5 mesi il prezzo della benzina è schizzato verso l’alto di 8,20 euro al litro, seguito a ruota dai 7,29 del gasolio. Rapportato all’intero anno, per le famiglie significa mettere mano a quasi 300 euro in più, “praticamente la rata di un mutuo”, commenta l’UNC. Ad unirsi alle proteste anche il Codacons, che parla di prezzi dei carburanti alla pompa superiori del 16% in più rispetto all’estate 2020, e Uecoop (Unione Europea delle Cooperative), secondo cui il pieno degli italiani è tra i più cari al mondo.
Assountenti si rivolge direttamente al governo Draghi chiedendo di intervenire “sull’abnorme tassazione che incombe sui carburanti, perché è intollerabile che su ogni litro di benzina gli automobilisti paghino il 64% di tasse”. Il riferimento è all’ormai celebre peso di accise risalenti al paleozoico, decise per finanziare guerre, conflitti e disastri naturali, e mai eliminate, malgrado decine di governi abbiano promesso di abolirle, ma senza mai trovare il coraggio di farlo.
Andrà un po’ meglio per chi si prepara ad una vacanza all’estero, ma solo se avrà avuto l’intuizione di scegliere paesi come la Bielorussia (0,654 euro per un litro di benzina e/o diesel), la Moldavia (0,956 e 0,787 euro), la Turchia (0,746 e 0,696 euro) o l’Ucraina (0,904 e 0,855 euro). Per chi invece si appresta a partire per Francia, Grecia, Portogallo e Spagna non si aspetti prezzi molto inferiori.
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