Le martellanti campagne di sensibilizzazione che si avviano con l’arrivo dell’estate sono ormai una tradizione, anzi un tormentone, tanto da offrire spunto anche a fantasiosi meme che ironizzano sulla loro ricorrenza.
Quelli più irrisi riguardano i consigli sulla protezione dalle alte temperature: bere molto, mangiare molta frutta, non uscire nelle ore più calde, proteggere gli anziani e i fragili.
Ci sono poi quelle che invitano a non abbandonare gli animali, a salvaguardare l’ambiente soprattutto dagli incendi e, su tutte, quelle sulla sicurezza stradale.
Di ciascuna può apprezzarsi lo sforzo comunicativo impiegato: la scelta delle immagini, dei testi, dei suoni e persino degli attori e dei registi, che perlopiù sono personaggi legati a fortunati film o serie TV, nell’intento di utilizzarne la notorietà come più efficace veicolo di trasmissione del messaggio lanciato.
È il caso della campagna che, quest’anno, pare essere la più riuscita: si tratta di quella sulla sicurezza stradale promossa da Autostrade per l'Italia in collaborazione con la Polizia di Stato e - per la prima volta - con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
L’ha realizzata con sapienza e semplicità Carmine Elia, il regista di “Mare Fuori” (la serie televisiva di RaiFiction ambientata in un carcere minorile, che ha spopolato tra gli adolescenti e non solo) che ne ha affidato il ruolo di protagonista proprio ad uno dei personaggi più amati della sua fiction, Giacomo Giorgio, alas Ciro Ricci.
Il manifesto reca la frase “Non chiudere gli occhi, la sicurezza stradale riguarda anche te” accanto al primo piano di Giacomo, immortalato con gli occhi chiusi sulle cui palpebre è scritto 3100 vittime.
L’idea sottesa al messaggio è quella di rimuovere l’indifferenza e la mancanza d’attenzione verso l’incremento esponenziale delle vittime di incidenti stradali e, indirettamente, sulle cause che li determinano.
Ed è proprio su questa indifferenza che viene posto l’accento nel video realizzato da Elia, continuamente trasmesso sulle tutte le reti tv.
Vi si vede una madre ai fornelli, intenta a preparare un arrosto cui dedica un’attenzione evidentemente maggiore rispetto a quella che presta al figlio, il quale, arrivato in cucina a salutarla prima di uscire, alla domanda: «Ti lascio un po' di arrosto per quando torni?» risponde: «No mamma, non torno, tra mezz'ora sarò vittima di un incidente stradale».
La reazione della madre è eloquente: lo guarda, smette di rimestare nella sua pentola solo un secondo per poi rispondere semplicemente: «Ah!».
In quell’esclamazione così piccola ed inespressiva, c’è esattamente tutta l’indifferenza che lo spot vuole denunciare, quella condizione di diffusa cecità, appunto, di fronte ad un fenomeno le cui statistiche non accennano a ridursi e che ciononostante non è efficacemente attenzionato e contrastato.
È un vero e proprio pugno nello stomaco, di per sé già sufficiente a colpire nel segno, scuotendo le coscienze, prima ancora che la voce fuori campo e le scritte in sovrimpressione riportino la specifica: “Accettare 3100 vittime di incidenti stradali in un anno non è normale, ma è quello che sta succedendo” e poi il monito circa l’importanza di allacciare sempre le cinture, rispettare i limiti di velocità e guidare con prudenza senza usare lo smartphone.
La scelta evidentemente non casuale di servirsi di un volto noto e amato dai giovanissimi fa poi la sua parte, giacchè è proprio tra loro che si registra il numero più elevato di vittime o di responsabili di incidenti.
E dal momento che la tendenza dominante tra le giovani generazioni è quella di imitare ed assomigliare ai modelli idealizzati di storie, video, serie cui si ispirano (spesso, purtroppo, senza discernere la validità e la qualità!) per una volta c’è da augurarsi che ‘Ciro Ricci’ serva loro da efficace esempio.
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