21 giugno 2021

EIEE e FMI: “l’economia non si riprenderà a breve e la povertà continuerà ad aumentare”

Le conseguenze legate allo scoppio della pandemia sono molteplici, potrebbe non esserci una rapida ripresa economica, e, al contempo, si potrebbe registrare un incremento della povertà, considerando le epidemie precedenti (SARS, H1N1, MERS, Ebola e Zika), per cui i Piani nazionali di ripresa e resilienza, dovrebbero essere incentrati su misure di sostenibilità.

Tali informazioni emergono da uno studio condotto da RFF-CMCC Europea Institute on Economics and the Enviroment (EIEE) in collaborazione con l’International Monetary Fund, il quale prevede che le conseguenze correlate all’impatto economico del Covid, persisteranno anche nei prossimi anni. A tal proposito, il direttore dell’ Istituto EIEE nonché professore di economia del clima, ha precisato come l’obiettivo dello studio fosse quello di individuare quali misure adottare, per fronteggiare al meglio, una prossima, eventuale, pandemia.

Dallo studio si evidenzia come le pandemie del passato abbiano condizionato le economie e le società, e a tali eventi, sono conseguite delle riduzioni del PIL, un aumento della disoccupazione, della disuguaglianza, dei redditi e del rapporto debito/PIL.

Johannes Emmerling, ricercatore e capo dell’unità Low Carbon Pathways di EIEE e primo autore dello studio, ha sottolineato come in termini di domanda di energia e di emissioni di gas serra, l’effetto è stato più che altro ciclico e non ha determinato dei miglioramenti sistematici dell’efficienza. La domanda di energia e di emissioni di C02, infatti, diminuiscono, drasticamente, nel corso di una pandemia, a causa di un declino dell’attività economica, non per merito di cambiamenti strutturali nel settore energetico. In particolare, solo 1/3 della riduzione delle emissioni di C02 dipende dalla decarbonizzazione dell’energia, dati insufficienti per contribuire alla costruzione di un’economia più verde, per cui è necessario adottare delle politiche mirate, in modo che gli effetti postivi per l’ambiente, dovuti ad una crisi pandemica, persistano nel lungo periodo, come reso noto dall’analisi. Inoltre, dall’indagine si stima una riduzione significativa della prestazione economica e conseguenti effetti nella distribuzione del reddito fino al 2025.

Nel dettaglio, le conseguenze sulla crescita economica e sulle disuguaglianze hanno fatto sì che si registrasse, nel 2020, una crescita della povertà di circa 75 milioni di persone. Alla luce di tali dati, Emmerling esplica quanto siano necessarie delle politiche adeguate per risolvere tali criticità. Si sottolinea, però, che le stime sono al ribasso, grazie alle misure restrittive adottate per limitare al minimo i contagi.

Infine, emerge quanto sia fondamentale adottare una politica fiscale e delle macro politiche che garantiscono una crescita equa e sostenibile, e che includano nelle risorse stanziate anche una “progettazione verde”. Risulta cruciale, infatti, ridurre gli impatti economici e sociali della pandemia e contribuire, tra l’altro, alla diminuzione dell’intensità energetica e delle emissioni, nel medio e lungo periodo, permettendo, contemporaneamente, di ridurre i costi delle future azioni di mitigazione di cambiamenti climatici.
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