Da quando Dio ha inventato il mare e l’uomo le vacanze è un’equazione perfetta che si ripete ogni estate: più la gente mostra il desiderio legittimo di concedersi qualche giorno di relax, più i prezzi decollano.
Un’equazione, si diceva, che si fa ancora più evidente quest’anno, dopo i lunghi mesi di anemia e il bisogno (e anche la fretta) di recuperare quanto perso per strada fra lockdown e zone rosse. Così, se da una parte Confcommercio annuncia un incoraggiante aumento dei consumi del 3,8%, dopo una mazzata da 126 miliardi di euro (il calo più forte dal dopoguerra ad oggi), dall’altra volano verso l’azzurro dei cieli i prezzi di carburanti e biglietti, con caffè, pasticcerie, ristoranti e gelaterie che lievitano a +2%, seguiti dai pacchetti turistici, che oscillano intorno al +4%, e ancora dai parchi di divertimento (+3,1%), i musei (+2,4%), i giardini zoologici e i parchi nazionali (+5%), i villaggi vacanze e campeggi (+1,4%). Rincari tutto sommato contenuti, certo, ma comunque superiori alla media dell’inflazione. Ma a incidere di più sui bilanci familiari estivi sarà (come sempre) l’aumento dei prezzi dei prodotti legati all’energia: dalla benzina (+16,1%) al gasolio (+15,1%), dai voli intercontinentali (+15,4%) ai biglietti dei treni (+9,4%).
Più cauta l’Unione Consumatori, che sulla base di una rilevazione realizzata sui dati Istat conferma la ripartenza della domanda di alcuni settori, ma invita ad attendere la fine del mese prima di cantare vittoria. In effetti, se le località turistiche viaggiano ormai verso il tutto esaurito, le città d’arte annaspano ancora in attesa dei turisti stranieri, che molto più degli italiani stessi amano perdersi fra le bellezze del Bel Paese.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata