Quest’anno tutto è più caro nel nostro paese, dalla spesa alimentare (+24%), in particolare l’ortofrutta (+20%), alla benzina (+21%), per non parlare dei mutui a tasso variabile (+44%), le assicurazioni auto (+26%), i prestiti personali (+19%), i trasporti e i servizi turistici (+9,4%)… con un’aggravante in più: gli stipendi sono tra i più bassi in Europa e l’inflazione non si arresta.
Facile.it e Consumerismo No profit, hanno analizzato le principali voci di spesa familiare per capire quali siano quelle cresciute di più nell’ultimo anno e quali quelle che potrebbero aumentare ulteriormente nei prossimi mesi. Vediamo nel dettaglio cosa è emerso.
Assicurazioni auto e moto - Nell’ultimo anno il prezzo delle polizze auto e moto è aumentato, ad agosto 2023 per assicurare un veicolo a quattro ruote in Italia occorrevano, in media, 591,10 euro, vale a dire il 26% in più rispetto al 2022, quando il premio medio era pari a 469,10 euro. È andata, addirittura, peggio per chi si sposta sulle due ruote, con un +41%.
Benzina e diesel - Sul fronte carburanti la vera stangata è arrivata ad agosto e a settembre: nella settimana dal 18 al 24 settembre il pieno, in media, è costato il 21% in più rispetto all'anno prima per un'auto a benzina, il 10% in più per una diesel.
Mutui - Le rate dei mutui sono una delle voci di spesa cresciute maggiormente nell’ultimo anno. Un finanziamento medio, a tasso variabile, sottoscritto all'inizio dello scorso anno, ha visto crescere la rata del 44%. La buona notizia è che gli aumenti potrebbero essere vicini alla fine; il picco infatti è previsto entro dicembre.
Prestiti - Anche il mondo del credito al consumo ha risentito dell’aumento generale del costo del denaro, che si è tradotto in un incremento dei tassi di interesse proposti alla clientela. il Tan medio ha visto un aumento del 19% rispetto allo scorso anno, quindi per un prestito da 10.000 euro da restituire in 5 anni, in termini di rata, si tratta di dover dare circa 7 euro in più al mese che, calcolati su tutta la durata del finanziamento, si traducono in un aggravio di circa 420 euro.
Carrello della spesa - Il “carrello della spesa” è il contenitore dei maggiori aumenti negli ultimi due trimestri, causa è l'inflazione che ha colpito tutta la filiera e tutti i settori di produzione. Quali sono gli alimenti che hanno subito più aumenti nel 2023 all’interno del cosiddetto paniere essenziale, che si compone di beni primari ed irrinunciabili per le famiglie? Vi proponiamo qui una classifica dei maggiori rincari, su dati Istat elaborati dall’Unione nazionale Consumatori:
- olio extravergine d'oliva +42%
- zucchero +38,4%
- patate +25,9%
- riso +18,4%
- omogenizzati per bambini +14,4%
- bibite analcoliche +14,1%
- ortofrutta +13,9%
- succhi di frutta +13,6%
- gelati +13,3%
- surgelati vegetali + 11,9%
In media si riscontra per la spesa un aumento del 24,5%. Secondo Consumerismo No Profit, considerando che la spesa media settimanale per un nucleo di 4 persone si aggira intorno a 120 euro, significa che per riempire il carrello dei beni essenziali di prima necessità occorrerà spendere circa 480 euro al mese, pari a 5.760 euro l’anno, con un aggravio di oltre 1.400 euro rispetto al 2022.
In aiuto, è arrivato il Governo, con il patto anti-inflazione che dal 1° ottobre al 31 dicembre sollecita sconti e offerte su prodotti alimentari e beni di largo consumo in tutti i negozi, supermercati e persino farmacie e parafarmacie, con la speranza che potremo così riempire il nostro carrello della spesa un po’ di più.
Ortofrutta - Capitolo a parte lo dedichiamo alla frutta e verdura, che anche al mercato, ormai sono impossibili da comprare, sono molte le rinunce a causa dei rincari a doppia cifra legati a più fattori ed in particolar modo all’inflazione climatica, ovvero quel fenomeno tale per cui gli eventi climatici estremi (come quelli che ci hanno colti di sorpresa la scorsa primavera e inizio estate) hanno conseguenze negative sui prezzi dei prodotti, anche a molti mesi di distanza.
Mediamente l'ortofrutta ha subìto aumenti del 20%, ma alcuni prodotti risultano essere particolarmente più cari. Tra questi vediamo pere, susine, pesche, mele, cipolle, patate, carote, kiwi, zucche e radicchio.
Trasporti e turismo - Spostarsi e villeggiare nel nostro Bel Paese è diventato più costoso, come già messo in luce nel report di Consumerismo e Facile.it “Cara Italia” del periodo estivo, e anche in autunno si confermano tutti gli andamenti in rialzo. A causa dell’aumento dell’inflazione, del costo del carburante e delle materie energetiche, tutto il settore ha adeguato i prezzi arrivando ad un aumento medio del 9,4%. L’associazione dei consumatori propone una simulazione, e calcola che un weekend per due persone, in una città d’arte italiana arriva a costare anche 700 euro. In particolare, per un fine settimana a Roma, Firenze, Venezia, Milano o Torino, sommando il costo dell’alloggio, in un B&B e non in un hotel 5 stelle, del viaggio in treno alta Velocità e del pranzo e cena fuori, la spesa si aggira intorno ai 370 euro a persona, ben 740 euro per una coppia, ovviamente senza figli. Ci raccontano quindi un incremento che può arrivare fino al 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto a causa degli aumenti nel costo degli alloggi e della ristorazione.
Luce e gas in discesa - Le bollette della luce e del gas sono fortunatamente in discesa, perché il picco lo abbiamo raggiunto lo scorso anno, durante l’estate. Ma certo non siamo ancora tornati ai livelli di prima dello scoppio della pandemia da covid-19 e della guerra. Ad agosto 2023 una famiglia tipo con un contratto di fornitura nel mercato tutelato ha speso per la bolletta elettrica 54 euro, il 18% in più rispetto al 2019, mentre per il gas ha pagato il 27% in più.
Dobbiamo mettere in conto, nel nostro calcolo di spesa e rincari, che le bollette ovviamente saliranno nella stagione invernale quando aumenteranno i nostri consumi energetici, e aumenta soprattutto la tariffa della luce nel mercato tutelato più alta del +18% e del gas di circa il +9%.