Alla fine di aprile, prima dell’allentamento delle misure di contenimento della diffusione del virus, è stata condotta dai ricercatori della Banca di Italia la quinta edizione dell’Indagine Straordinaria sulle Famiglie Italiane. Rispetto a inizio anno, a fronte di una sostanziale invarianza delle valutazioni sul reddito familiare e sui comportamenti di consumo e risparmio, si è osservato un miglioramento delle attese sulla situazione economica generale e sul mercato del lavoro.
Dall’analisi descrittiva dei dati emerge che il saldo delle risposte negative relative alle prospettive generali dell’Italia, pur restando negativo è fortemente aumentato, mentre la percentuale di famiglie che si attende un peggioramento nei successivi dodici mesi è diminuita dell’8 per cento.
Le aspettative sul reddito – possono considerarsi invariate le attese sulla situazione economica familiare rispetto ai primissimi mesi dell’anno corrente, infatti, più del 70 per cento dei nuclei familiari intervistati si attende nel 2021 un reddito in linea con quello percepito nel 2020.
Anche se in forma minore, persiste un pessimismo più alto tra i nuclei familiari con capofamiglia lavoratore autonomo o disoccupato e quelli con dipendenti o pensionati. Non cambia per nulla la percentuale relativa alle famiglie che dichiara di aver percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia.
Comportamenti di consumo – rimangono condizionati dall’emergenza sanitaria i comportamenti di consumo, infatti, è pari ad 80 la percentuale delle famiglie che dichiara di aver ridotto le spese per i servizi di alberghi, bar e ristoranti e di aver speso meno in negozi di abbigliamento rispetto al 2019.
La diminuzione di tali spese non è dovuta soltanto all’impossibilità di poter spendere generata dalla difficoltà economica, ma anche dalle misure di contenimento ancora in vigore durante lo svolgimento dell’indagine. In tal caso, si fa riferimento alle famiglie che arrivano con facilità a fine mese.
I dati dimostrano che il saldo negativo tra risposte in aumento e in diminuzione è più pronunciato per i nuclei che tra i mesi di marzo e aprile hanno percepito un reddito più basso rispetto ai periodi pre-Covid-19 e che hanno più difficoltà ad arrivare a fine mese.
Un ruolo rilevante nei consumi è stato assunto dall’andamento della campagna vaccinale, infatti, nella valutazione delle famiglie le aspettative di consumo dipendono soprattutto dall’aumento del numero dei vaccinati.
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