22 luglio 2021

GB, caos totale dopo il “Freedom Day”

Due milioni di britannici in autoisolamento, compreso parte del governo, e migliaia di aziende senza personale diventano scaffali vuoti nei supermercati e tonnellate di merci non consegnate. “Fra 48 ore sarà il caos”, ammonisce la grande distribuzione

Autore: Redazione Fiscal Focus
La schizofrenica politica di Boris Johnson ha colpito ancora: il “Freedom Day” del 19 luglio scorso, testardamente voluto malgrado gli avvisi e i pareri sfavorevoli degli esperti sanitari, inizia a mostrare i primi effetti devastanti.

È il paradosso di un Paese letteralmente paralizzato in cui il premier, il ministro della salute e quello delle finanze sono bloccati in quarantena, come prescrive la legge in caso di notifica della app “NHS” (la versione inglese di “Immuni”), che scatta quando viene accertato il contatto con soggetti positivi al Coronavirus.

L’effetto, moltiplicato per la marcia spedita della variante “Delta” è dirompente: con due milioni di persone in tutto il Regno Unito costrette a casa per lo stesso motivo, le aziende annaspano senza personale e le consegne saltano una dopo l’altra, con il risultato di scaffali sempre più vuoti nei supermercati, pompe di benzine prossime alla chiusura causa cisterne vuote e perfino ospedali con personale a ranghi ridotti. Una cordata di catene di supermercati ha chiesto a Johnson che sia concessa ad autisti e impiegati lo stesso tipo di esenzione di cui godono gli operatori sanitari. “Ci restano 48 ore di tempo, poi sarà il caos”, conclude al lettera. Una situazione che nell’epoca pre-Brexit si sarebbe risolta facilmente grazie alla presenza di stranieri ben disposti a lavorare, ma ormai bloccati da regole che pretendono un salario di 26mila sterline all’anno per poter entrare nel Regno Unito.

E il quadretto non è che all’inizio, ammoniscono gli esperti basandosi sul ritmo battente che ha preso il virus: 50mila nuovi casi al giorno, malgrado il 70% della popolazione sia ormai vaccinato con entrambe le dosi. È per loro, i vaccinati, che l’ex premier Tony Blair ha chiesto l’esenzione, visto che al massimo potrebbero rischiare un’influenza.

La differenza rispetto all’ondata precedente è che il numero di ricoveri e soprattutto di morti resta ai minimi, segno che i vaccini fanno il loro mestiere anche contro l’ultima variante. Ma le previsioni restano fosche e lasciano pochi margini alla speranza: nel giro di un mese, forse meno, il Regno Unito potrebbe passare dal giorno della libertà a quello dell’isolamento, e senza neanche passare dal via.
Sarà la batosta definitiva all’economia inglese, urlano i tabloid, piegata in qualsiasi settore da una mancanza di mano d’opera che ha il potenziale di tramortire qualsiasi filiera produttiva.

Ma BoJo incassa, non replica e tira dritto per la sua strada, consapevole dell’autogol politico a cui andrebbe incontro smentendo se stesso. Per adesso si è limitato a raccomandare cautela facendo appello alla responsabilità sociale, e oltre a questo ha introdotto il pass vaccinale per entrare nei luoghi affollati. Ma non basterà, replicano gli esperti, che per agosto prevedono il picco, sia dei contagi che del caos.
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