Il canone Rai resterà in bolletta, la sua esclusione dal conto della luce – discussa durante il governo Draghi – non risulterebbe essere fondata su motivi validi: è quanto emerge da una nota diffusa dal Mef.
A tale decisione è correlato uno dei fondamenti del Pnrr: tutelare la concorrenza del mercato dell’energia elettrica seguendo le direttive dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Per quanto concerne il pagamento del canone Rai – dal punto di vista della concorrenza – quest’ultima non aveva rilevato nessuna criticità ma aveva individuato un solo requisito da rispettare ovvero la trasparenza del pagamento per gli utenti finali. Una condizione soddisfatta a detta dell’Agm e del Mef.
Ma facciamo un salto indietro: nel novembre 2021 fu proprio Bruxelles ad avanzare la proposta di eliminare una delle tasse più discusse dagli italiani. Un taglio improrogabile secondo la Commissione europea che definì il canone Rai “un onere improprio correlato al settore dell’energia elettrica”. Di fatti, risultava alquanto assurdo inserire in una bolletta della luce una tassa che non rientrava nel mercato dell’energia elettrica. Tale canone, infatti, altro non è che una tassa di possesso per coloro che possiedono un qualsiasi apparecchio radiotelevisivo; introdotta nell’utenza elettrica nel 2016 ad opera del governo Renzi, fortemente d’accordo.
Immediato l’appello dei sindacati che con una nota congiunta richiedono – al più presto – un incontro con il Ministero dell’Economia e delle Finanze nella persona di Giancarlo Giorgetti. I rappresentanti sindacali invitano il ministro ad un intervento autorevole sul tema del Canone Rai; sottolineando come l’eliminazione di tale tassa avrebbe non solo delle conseguenze in termini occupazionali ma anche un impatto sul Mef; Giorgetti – infatti – è uno degli azionisti di Rai S.p.a.
Tuttavia il quadro attuale non dovrebbe destare preoccupazione ai sindacati: il canone Rai rimarrà in bolletta.
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