1 luglio 2021

Il direttore degli Uffizi e la tassa sul panino

Hanno un costo vivo, le lordure che i turisti lasciano ogni giorno nella loggia che ospita il celebre museo italiano. Eike Schmidt, il direttore, ha lanciato la provocazione di tassare i commercianti perché le spese di pulizia ricadano su di loro

Autore: Redazione Fiscal Focus
Tedesco di Friburgo, classe 1968, considerato uno dei massimi esperti di scultura europea Rinascimentale e Barocca, Eike Schmidt è l’energico direttore delle Gallerie degli Uffizi, uno dei musei più celebri del mondo, autentico scrigno dell’arte rinascimentale italiana visitato ogni anno da milioni di persone.

In carica dal 2015, poi rinnovato quattro anni dopo, Schimdt, oltre che esperto d’arte che ha sposato in pieno l’affascinante compito di valorizzare nel mondo l’enorme valenza artistica del museo fiorentino, prima che la pandemia chiudesse tutto era riuscito addirittura a raddoppiarne i ricavi.

Ma nella soddisfazione di guidare lo spettacolare e unico patrimonio degli Uffizi, Eike ha sempre avuto una spina nel fianco: le frotte di turisti che, in cerca d’ombra e refrigerio, scelgono i gradini della loggia degli Uffizi per riposarsi, bere qualcosa o mangiare. Lo chiamano street food, e nella cultura gastronomica fiorentina si nutre di specialità come il panino con il “lampredotto”, ottimo ma naturalmente portato a colare senza soluzione di continuità. Per il personale degli Uffizi, significa un impegno in più nel vano tentativo di rendere presentabile la loggia che si affaccia sulle acque dell’Arno.

È questo il punto di partenza di una proposta che suona più come una provocazione, lanciata dal direttore teutonico: perché non stabilire una “tassa sul panino” in modo che siano i venditori ambulanti di street-food a ripagare le lordure lasciate sui sacri ciottoli degli Uffizi? Apriti cielo.
Con la consueta ironia toscana, la risposta dei fiorentini è stata quanto mai colorata e colorita: c’è chi ha ricordato la Tari pagata anche nei mesi di chiusura e chi propone semplicemente al Comune di assumere più spazzini, e già che ci sono pensare a installare bagni chimici, visto che il problema dei sughi non è inferiore alle necessità fisiologiche dei turisti.

La soluzione sarebbe un po’ di civiltà, così semplice da renderla addirittura impensabile.
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