Dopo ampio dibattito, sia al Governo che con la Conferenza delle Regioni, prende vita il nuovo “decreto super green pass”, che rivoluziona ancora una volta gli equilibri della vita sociale e in parte lavorativa dei cittadini italiani.
Se infatti il super green pass sarà valido solo per accedere ad alcune attività ricreative (e non a servizi o lavoro), i colori delle regioni potrebbero comportare ancora una volta la chiusura di alcune attività – fra cui le discoteche -, investendo di fatto anche i lavoratori occupati in questi settori.
Di fronte a una risalita veloce della curva epidemiologica, che senza la soluzione del super green pass provocherebbe nuove limitazioni per tutti gli italiani, si sceglie di imporre divieti soltanto ai no vax.
Fonte di forte dibattito è la limitazione alle attività di svago per i cittadini non vaccinati: le regioni infatti non sono concordi sull’istituire limitazioni già in zona bianca anziché gialla, pertanto sarà fondamentale la presa di posizione del Premier Draghi.
Sono invece tutti concordi nel definire il tampone o il test molecolare come misura sufficiente per accedere ai luoghi di lavoro, fatte salve alcune categorie, fra cui le forze dell’ordine e gli insegnanti, per cui ci si attende un nuovo decreto ad hoc.
Tutti coloro che non si sono sottoposti a vaccino non potranno invece frequentare bar, ristoranti, cinema, teatri, stadi e palazzetti sportivi, piscine e palestre, impianti sciistici, discoteche e sale gioco; anche per i clienti degli alberghi potrebbe essere previsto l’obbligo di possedere il pass.
Una notizia negativa riguarda le discoteche, per cui scatterà la chiusura in zona gialla, non senza il forte dissenso dei gestori; il governo potrebbe cambiare la norma e prevedere che i locali da ballo, con il super green pass, restino aperti anche in fascia gialla.
Novità anche in relazione alla durata del pass e alle dosi di vaccino: sentito il parere positivo del Comitato Tecnico Scientifico, la durata sarà ridotta a 9 mesi e il Ministero della Salute ha accorciato i tempi per la terza dose, che si potrà fare 5 mesi dopo la seconda.
È in previsione anche di far cadere le limitazioni per fasce, ma il via libera al richiamo per tutti non dovrebbe essere in questo decreto.
Il testo conterrà invece l’obbligo i terza dose per i sanitari e i lavoratori delle Rsa e l’obbligo di vaccino per le forze dell’ordine.
Torna inoltre la mascherina obbligatoria all’aperto come misura di prevenzione dal contagio.
Molti governatori e il ministro della Salute Roberto Speranza spingono perché il decreto entri in vigore lunedì 29 novembre. La scelta sarà fatta con il generale Figliuolo tendo conto che molti hub sono stati chiusi.
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