2 luglio 2021

Il senso degli inglesi per il risparmio

Un’indagine di un quotidiano inglese ha valutato la tendenza a finire in “rosso” dei sudditi di Sua Maestà. Fra le verità emerse quella che riguarda i londinesi, popolo inglese più spendaccione e abituato ad azzerare il conto prima del previsto

Autore: Antonio Gigliotti
È un’inchiesta curiosa, quella realizzata dal “Daily Mail” inglese, secondo cui guadagna di più ha maggiori probabilità di trovarsi con il conto in rosso rispetto a chi porta a casa meno denaro. Secondo la ricerca, il 14% di sudditi di sua Maestà che dispone di stipendi più che dignitosi vira sul “rosso” per almeno la metà del mese, rispetto al 9% di chi ha contribuzioni di base.

L’indagine, realizzata su un campione di 2.000 persone, voleva inizialmente appurare con quale media gli inglesi finiscono con il conto a zero, o con un debito sulla carta di credito più consistente di quanto abbiano sul conto corrente.
“Andare in rosso non è necessariamente un riflesso di quanto si è ricchi - ha commentato Sarah Coles, analista di finanza personale alla Hargreaves Lansdown – è più l’equilibrio tra ciò che si ha in entrata e ciò che si ha in uscita. Per chi vive in una casa grande e costosa, ha dei figli che frequentano scuole private e fa la spesa nei supermercati più “chic”, i beni considerati essenziali costeranno molto di più di chi invece ha una proprietà più piccola e si accontenta del discount”. Talmente ovvio da non fare una piega.

Ma lo studio ha anche fatto un’altra scoperta considerata clamorosa: i giovani tra i 18 e i 34 anni hanno più del doppio delle probabilità di rimanere scoperti rispetto a chi ha dai 55 anni in su. Con un senso dell’ovvietà velata di humor tipicamente inglese, la spiegazione è diventata la fiera dell’ovvietà: i giovani sono più propensi ad andare in rosso perché titolari di una vita sociale più intensa e forse anche invogliati a fare di più dopo il lungo periodo della pandemia, che ha cancellato migliaia di posti di lavoro iniziando proprio dalla loro generazione.

In termini geografici, sono i londinesi il popolo anglosassone con maggiori probabilità statistiche di finire “in rosso”: dai dati dell’indagine, l’11% della popolazione della capitale passa almeno la metà del mese senza soldi sul conto rispetto al 2% delle persone che vivono nel nord-est.
E non è ancora finita: una famiglia su 10 con minori di 18 anni in casa finisce in rosso almeno due settimane al mese, rispetto al 5% di quelle senza giovani a cui badare. Va ancora peggio quando il numero di figli aumenta: il 28% delle famiglie con quattro bambini in casa difficilmente non finisce a zero per almeno tre settimane al mese.

Fra le verità sfatate anche quella che essere single è considerato più costoso della vita di coppia, con la divisione equa delle spese: macché, la ricerca ha scoperto che la situazione si è invertita, e le coppie hanno più probabilità di essere in debito rispetto ai single.
“Alcune tendenze provengono da un falso senso di sicurezza. Il dato può essere attribuibile al fatto che le coppie si sentono più sicure con due redditi, quindi sono meno vigili nell’evitare le spese superflue”, commentano gli esperti.
Per finire in bellezza, la ricerca ha dimostrato che finire senza soldi è uno delle poche attività umane in cui si è raggiunta la perfetta parità di genere: mentre le statistiche della “FCA” (Financial Conduct Authority), certificano che gli uomini sono più propensi all’uso della carta di credito e le donne a usare il contante, l’indagine ha mostrato che il 7%, sia degli uomini che delle donne, va regolarmente in rosso per almeno 15 giorni ogni mese.

Ma mentre il ricorso allo scoperto può essere gestibile, il rischio di fondo è che diventi un problema oneroso, quando si inizia a farci affidamento di continuo. Andare in rosso di 500 sterline ogni mese per 10 anni costerebbe circa 1.663 sterline in interessi, con un tasso di interesse del 39,9%. “Se finisci in rosso ogni mese, stai spendendo più soldi di quelli che guadagni e guadagnerai”, chiosa Andrew Hagger, esperto di finanza personale.
“Se questo è il caso – aggiunge l’esperto – meglio sedersi e passare un’oretta a guardare gli estratti conto della banca e della carta di credito, e trovare il modo di tagliare o ridurre le spese prima di finire nel fastidioso scoperto”.

Perché oltre a pagare gli interessi, ci sono altre conseguenze potenzialmente dannose che derivano dall’abitudine allo scoperto: quando si tratta di richiedere un prestito o un mutuo, gli istituti di credito pretendono di vedere gli ultimi estratti conto per valutare l’affidabilità creditizia, e chiunque sia abituato allo scoperto può essere considerato un rischio troppo grande da prendere.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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