2 luglio 2021

In calo le immatricolazioni di auto

Segnali più che negativi dal primo semestre dell’anno, che vede i dati di tutti i marchi, con pochissime eccezioni, preceduti dal segno negativo.

Autore: Redazione Fiscal Focus
Stenta a ripartire il mercato italiano dell’auto, che ha chiuso il mese di giugno con 149.438 immatricolazioni, il 13,3% in meno rispetto al 2019, quando le auto consegnate erano state 172.300. Le cause del rallentamento sono più di una, dalla fine degli incentivi alla “chip crungh”, la crisi dei componenti elettronici di consumo che ha colpito l’automotive.

Nel complesso, il primo semestre dell’anno si è chiuso con 200mila unità in meno rispetto al 2019, con 884.750 auto immatricolate, che bastano a far segnare comunque un 51,4% sul 2020, l’anno peggiore che la storia recente ricordi, e non solo per l’auto.
Nel dettaglio, il neo gruppo “Stellantis” ha chiuso con 56.554 auto (-12,3% sul 2019), divise in -57,2% per Alfa Romeo, -1,6% per Citroën (7.248), -0,4% per DS, -4,7% per Fiat, -22,9% per Jeep, -0,39% per Lancia, -28,7 per Opel, -6,9 per Peugeot e -35,3% per Maserati.
In calo anche Volkswagen (-3,3%), che chiude il semestre con 26.841 veicoli salvandosi grazie a Seat (+32,5%) e Skoda (+12,8%), gli unici due marchi del gruppo (un tempo le “cenerentole” del colosso di Wolfsburg) accompagnati dal segno positivo, al contrario di Audi (-1,4%), Volkswagen (-15,9%) e Lamborghini (-4,7%).

Pur migliorando rispetto al preoccupante -53,5% dello scorso mese, il gruppo Renault prosegue nel trend negativo, chiudendo il semestre con 15.675 auto, ovvero il 27,8% in meno del giugno 2019. In calo anche Ford, fermo ad un -40,6%, con appena 5.846 immatricolazioni.
Calo contenuto per BMW con un -10% complessivo, anche se l’omonimo marchio si ferma al -6,1% e Mini scende al -19,4%. I tedeschi di Daimler chiudono invece al -34%, rispettivamente con Mercedes al -18,9% e Smart a -69,7%. In negativo anche Porsche, al -22,1%.

Anche se non per tutte, va meglio fra le asiatiche, dove Toyota registra una crescita del +7,4% rispetto al 2019, anche se il +8,3% del marchio omonimo serve e compensare il -6,7% di Lexus. Cresce Mazda (+7,1%), mentre Nissan cala del -39,5%, Honda del -31,7%, Mitsubishi del -59,9%, Subaru del -27,6% e Suzuki del -9,8%. Torna a crescere Hyundai (+13,5%) mentre Kia, contiene la discesa al -3,3%.
Fra chi sta meglio gli svedesi di Volvo, che guadagnano il 54,5%, e soprattutto Tesla, che fa segnare il record, con un’impennata del 108%.

Nel caos delle vendite anche un significativo cambio della guardia fra i modelli più popolari, ancora saldamente guidati da Fiat Panda (11.45 unità), seguita a sorpresa dalla Dacia Sandero, che per poche decine di pezzi scavalca l’inaffondabile Lancia Ypsilon (4.368 contro 4.338). Si prosegue con Jeep Compass, Toyota Yaris, Fiat 500, Fiat 500X, Opel Corsa, Citroen C3 e Renault Captur.
Conferma invece del momento positivo delle elettrificate, con il comparto ibride, plug-in e full-electric in crescita del 664,9% rispetto a giugno 2019, con una penetrazione del mercato che passa dall’1,1% al 9,4%. A crescere di più le ibride plug-in (+1697,5%), seguite dalle elettriche pure (+383,5% ) e le ibride non ricaricabili che segnano un +348,2%, mentre perdono terreno i diesel, che scendono dal 41,9% al 22,4%. Resistono invece le auto a benzina, anche se la tendenza è verso il basso: dal 42,8% al 30,3%.

Confortante, per finire, la discesa delle emissioni medie di CO2, che scendono da 142,7 di giugno 2019 a 119,6 g/km.
“Nel recente e proficuo incontro del Tavolo Automotive con il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e il Viceministro Gilberto Pichetto Fratin - ha commentato Michele Crisci, presidente dell'Unrae - sono state poste le basi per la definizione di una politica economica di medio-lungo periodo, ma abbiamo anche fornito indicazioni per interventi urgenti mirati ad accelerare il rinnovo del parco auto, misura necessaria per allineare il nostro Paese agli obiettivi europei di transizione ecologica. Per questo auspichiamo l’estensione fino al 2026 dell’Ecobonus per la fascia di emissioni tra 0 e 60 g/km di CO2 e, in sede di conversione del Dl Sostegni-bis, il rifinanziamento per tutto il 2021 degli incentivi per la fascia 61-135 g/km a fronte di rottamazione, per non vanificare i risultati fin qui ottenuti”.
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