Sapremo mai se il Covid-19 è figlio di un errore umano o della degenerazione della promiscuità mercatale cinese? Il mondo intero se lo chiede da un anno e mezzo, e qualcuno – come gli Stati Uniti – si è messo in testa di arrivare alla verità, prima o poi.
Ma un importante tassello, altrimenti definibile “prova”, è emerso proprio in queste ore, con i risultati delle ricerche di Jess Bloom, ricercatore del “Fred Hutchinson Cancer Research Center”, che sarebbe riuscito a identificare nelle sequenze del virus isolate a inizio pandemia, la prova che qualcuno le avrebbe deliberatamente cancellate per eliminare ogni prova. Si tratta, per la precisione, delle sequenze parziali di 13 virus caricate sul cloud della “Sequence Read Archive” e rimosse qualche settimana dopo.
La ricerca, pubblicata su “Biorxiv” e ripresa da “Science”, non ha ancora ottenuto l’approvazione della comunità scientifica internazionale, ma è già diventata un caso. Bloom rivela anche di aver personalmente chiesto ad alcuni colleghi cinesi il motivo della manipolazione, senza però riuscire ad ottenere risposta. La rivelazione ha costretto il “NIH” (National Institute of Health), l’archivio delle sequenze americano, a diffondere una nota ufficiale in cui si spiega che le sequenze sono state rimosse su precisa richiesta di un ricercatore cinese che affermava fossero sbagliate e comunicate per errore.
Secondo alcuni sarebbe l’ennesimo sospetto che la Cina fosse a conoscenza di più di quanto abbia avuto il coraggio di rivelare, mentre per altri poche sequenze non aggiungono o tolgono nulla a ciò che già si sapeva sulle origini del virus.
Lo stesso medico, dopo l’entusiasmo iniziale, ha ammesso che si tratta soltanto di un tassello in un puzzle assai complesso che dev’essere ancora completato, prima di capire una volta per tutte se la pandemia poteva essere evitata e più che altro se esistono veri colpevoli.
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