Ogni tanto, fra i tanti timori che si porta dietro l’avanzare inarrestabile dell’Intelligenza Artificiale, spunta qualche spiraglio di ottimismo. L’Inps, ad esempio, ha annunciato che utilizzerà un sistema di IA – per adesso in via sperimentale – per spulciare i curriculum di chi è in cerca di lavoro ed è iscritto al “Siisl” (Piattaforma digitale per l’inclusione sociale e lavorativa per la presa in carico e la ricerca attiva), per individuare le affinità tra chi cerca un’occupazione e gli annunci delle agenzie per il lavoro.
Si tratta di 18 variabili del profilo analizzati per ognuno dei 173mila curriculum caricati sulla piattaforma, passati al setaccio dall’algoritmo di machine learning con l’obiettivo di “semplificare l’interazione utente con la banca dati”, per arrivare a mostrare al termine del processo un grado di compatibilità espresso in forma numerica.
Il sistema, sviluppato con la collaborazione di “Accenture”, si basa su un modello open source concentrato su 18 parametri che analizzano 5 aspetti considerati fra i più determinanti nella ricerca di un’occupazione: esperienza, vicinanza alla sede, formazione, competenze e aspirazioni.
Nel dettaglio si parte dal livello dei titoli di studio, passando poi per le mansioni svolte, i corsi di aggiornamento, l’eventuale disponibilità a cambiare sede, conoscenze e qualifiche informatiche e linguistiche, predilezioni sulle modalità di lavoro e sul tipo di contratto.
“L’algoritmo - ha spiegato Pierpaolo Bonanni, dirigente dell'area technology innovation Inps – da un lato calcola la distanza semantica tra le frasi usate nel curriculum e quelle utilizzate nell’offerta di lavoro, come la descrizione del job title o il tipo di esperienza, dall’altro riconduce la descrizione del cittadino a campi categorici facilmente confrontabili poiché valori deterministici, come nel caso delle qualifiche professionali che possono essere ricondotte alle categorizzazioni ufficiali delle professioni”.
In pratica, l’algoritmo è in grado di incrociare domande e offerte utilizzando un ampio panel di possibili variabili, analizzando ogni eventuale problematica, anche la più piccola. Ad esempio, nel caso delle categorie, il sistema confronta le definizioni con quelle ufficiali catalogate dall’Istat nel 2011 e nel 2021.
Una volta soppesati i diversi dati, l’IA si occupa di riempire il gradiente per ciascuna delle cinque macro-aree ma senza mostrare il punteggio ai candidati per evitare che il risultato possa spingere alla modifica per ottenere performance più alte.
“Comunque sia il risultato non è vincolante: il sistema non esclude i candidati che hanno un’affinità bassa rispetto a un’offerta e le agenzie avranno comunque modo di visionare e valutare tutti i curriculum. Ma al tempo stesso, il sistema non fa alcun ricorso a dati sulla situazione anagrafica, sociale, sanitaria ed economica della persona”.
Due, comunque, sono i parametri immediati utili per chi cerca e chi offre lavoro: per i primi, aver modo di capire quanto il proprio profilo professionale sia “appetibile” al mercato, mentre per chi offre lavoro, al contrario, poter contare su una fotografia attendibile della situazione del territorio. “L’indice di affinità non genera una graduatoria dei migliori, non comporta l'assunzione di obblighi specifici da parte dell’agenzia per il lavoro che ha pubblicato l’offerta e ai candidati non attribuisce diritti in merito all’inclusione automatica nel processo di selezione”.
Come dimostrato dallo scorso gennaio, con la creazione di un “chatbot” in grado di fornire indicazioni sull’assegno unico universale e di un algoritmo per facilitare la richiesta di invalidità, l’intenzione dell’Inps è di utilizzare sempre di più i sistemi di intelligenza artificiale generativa, nel caso del lavoro “per estrarre le competenze e creare incroci tra i curriculum, le offerte e il percorso di formazione”, con l’obiettivo di evidenziare in modo tempestivo le caratteristiche richieste dal mercato, ma di segnalare anche le carenze dei diversi profili degli iscritti, a cui arriverà perfino a suggerire i percorsi per colmare le lacune.
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