L’uomo è un animale sociale, ma questo lo disse a suo tempo già Aristotele. Chissà, però, se si immaginava per i secoli a venire una dimensione di condivisione così pregnante e pervasiva come quella di questi anni. La nostra natura ci spinge a ricercare connessioni e appartenenza e con l’avvento sei social media questa necessità è stata senza dubbio soddisfatta e nutrita, via via sempre di più. Dal 1997 ad oggi queste piattaforme hanno forse rappresentato la rivoluzione sociale più grande della nostra era: da Sixdegrees a Linkedin all’alba degli anni 2000, fino al successo di MySpace e Facebook che sbarcano in rete consegnandoci i social così come li conosciamo oggi.
Social Media Day - Una dimensione in continua evoluzione e crescita, fino a YouTube, poi Instagram nel 2010 e per ultimo il fenomeno TikTok. Tanto che, dal 2010, inizia a celebrarsi, proprio il 30 giugno, una giornata mondiale dedicata ai social media. A lanciare il Social Media Day è Mashable, una rivista d’eccellenza americana per le nuove tecnologie, che vuole celebrare la capacità dei nuovi mezzi di comunicazione di connettere tra loro persone appartenenti a culture diverse e con interessi in comune.
Un fenomeno in continua crescita - A confermare la pregnanza dell’ondata social, i dati e le stime che ogni anno toccano vette sempre più alte: i dati globali confermano un aumento della popolazione online di 192 milioni di utenti rispetto allo scorso anno, con un computo totale di 4,95 miliardi. Di questi, sono in 4,62 miliardi ad accedere alle piattaforme social e l'incremento rispetto al 2020 è stato del 10%. La penetrazione delle piattaforme social si attesta quindi al 58,4% della popolazione mondiale. Basti pensare che su più di 50 mila internauti in Italia, sono in oltre 40 mila quelli attivi sui social network.
L’impatto sull’economia - Uno scenario che però si fa sempre più complesso e articolato, invadendo non più solo la sfera del privato e del personale, ma quella delle imprese, pubblica e persino politica. L’anno di svolta, secondo molti esperti, sarebbe il 2017: che si tratti di condivisione di un’idea, della trasmissione e diffusione di notizie o della sponsorizzazione di un brand o di un prodotto, i social media oggi sono presenti in ogni ambito del quotidiano giocando un ruolo centralissimo. Basti pensare all’impatto aziendale, con brand che raggiungono un pubblico sempre più ampio grazie alla cassa di risonanza del mondo online, o alla crescita di fenomeni come il gaming, il social commerce e le cryptovalute.
Social network e politica -Con lo scorrere degli anni e con l’aumento degli accessi i social sono poi diventati terreni fertili anche per il solidificarsi di community, sottoculture e l’intercettazione di sfumature culturali sensibili a fenomeni come la diffusione di fake news, che crescono e si diffondono a sempre più grande velocità. Contesti in cui fioriscono anche movimenti e spinte cosiddette “populiste”: i social sono la nuova arena dei dibattiti e degli scontri politici, una piazza virtuale nella quale ricercare consensi. Con l’effetto boomerang che un’accresciuta popolarità istituzionale in rete spesso diminuisce la fiducia e le aspettative. Una modalità tutta nuova, però, di raggiungere il grande pubblico senza il filtro dei mass media. Come nell’emblematico esempio di Donald Trump, citato nel 2017 350 milioni di volte, dieci volte tanto Hilary Clinton, considerata tra i personaggi americani più citati su Twitter di sempre. O ancora Macron, con milioni e milioni di ricondivisioni dai suoi canali mediatici che lo portano all’Eliseo, o per tornare in Italia Matteo Salvini, che all’apice del suo consenso, nel 2018, era il personaggio politico più seguito in Eurozona.
Un sistema che ha cambiato profondamente, insomma, tutte le dimensioni del vivere: dagli approcci lavorativi, alle relazioni interpersonali, finanche alle comunicazioni istituzionali. Una rivoluzione dei mezzi e delle modalità, figlia della globalizzazione, che ha ridisegnato la struttura delle opportunità culturali e comunicative della società.