22 luglio 2021

Le criptovalute alla conquista del calcio

Le maglie di Lazio, Roma e Inter conquistate dai marchi di altrettante aziende fintech. Sono i primi passi di una conquista dello sport professionistico italiano da parte dei bitcoin, dopo aver colonizzato quello inglese

Autore: Antonio Gigliotti
È ufficiale: gli sponsor sulle maglie dell’Inter e della Roma per la prossima stagione saranno due società che si occupano di criptovalute. Con tanti saluti ai colossi industriali, come Pirelli o Barilla, a conquistare la visibilità concessa dalla Serie A italiana è sempre più il fintech, la cosiddetta tecnofinanza.

Per i giallorossi della Roma si parla di un contratto fisso di partenza da 36 milioni di euro con “DigitalBits”, un blockchain network che controlla la criptovaluta “XDB”. E secondo i bene informati, ad attirare la piattaforma sarebbe stato l’arrivo sulla panchina dello “special one” José Mourinho.
In casa nerazzurra, al contrario, dopo 26 anni di matrimonio Pirelli lascia il posto a “Socios.com”, un wallet digitale che permette la creazione e lo scambio di criptovalute, disposto a versare 20 milioni di euro per comparire sulle maglie dei campioni d’Italia.

L’avvisaglia della conquista del calcio professionistico italiano da parte dei bitcoin si era avuta nel 2020, con la firma che legava fino al giugno 2022 la Lazio a “Stormgain” come “official crypto trading partner”. Antipasto dello scorso maggio, quando la piattaforma “Crypto.com” ha raggiunto un accordo con la Lega Serie A per la finale di Coppa Italia 2021, che vedeva di fronte Atalanta e Juventus.

Ma è ancora nulla, in confronto al Regno Unito, dove già un paio d’anni fa, ben sette club della “Premier League” (Brighton & Hove Albion, Cardiff City, Crystal Palace, Fulham, Leicester, Southampton e Tottenham), avevano accettato di ricevere i pagamenti per le sponsorizzazioni in criptovaluta dall’agenzia di trading online “eToro”, multinazionale di brokeraggio multi asset con 10milioni di utenti attivi al mondo. E dopo aver conquistato il calcio inglese, la eToro si è lanciata su quello francese, diventando sponsor dell’A.S. Monaco con un contratto che la lega fino alla stagione 2022.

Ma non sono casi isolati: i turchi dello “Harunustaspor” si spinti ancora più in là, pagando il cartellino di un giocatore in bitcoin, mentre lo “Gibraltar United” ha deciso di pagare gli stipendi della squadra in criptovaluta “Quantocoin”.
Ci sono rischi evidenti, sottolinea qualcuno, poiché si tratta di aziende per cui un addio improvviso è da mettere in conto, ma a compensarli ci pensano clausole di crescita degli importi in caso di aumento del fatturato grazie alla visibilità offerta dalla sponsorizzazione.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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