Il lusso non sa cosa sia la pandemia: cresce, va a gonfie vele e promette risultati sempre più stellari. Un esempio, o forse l’esempio principe, è il gigante del luxury totale “LVMH”, acronimo di “Moët Hennessy Louis Vuitton SE”, molto sminuente nome di un colosso di cui è difficile elencare i marchi controllati senza dimenticarne qualcuno.
Giusto per provarci: Dior, Bulgari, DKNY, Fendi Celiné, Guerlain, Marc Jacobs, Givenchy, Kenzo, Loro Piana, Emilio Pucci, Louis Vuitton, Tag Heuer, Tiffany, Moët Chandon, Veuve Clicquot, Hennessy, Sephora e Le Bon Marché. Volendo essere precisi, sono da aggiungere anche il quotidiano economico finanziario “Les Échos” e “Le Parisien”, il giornale più venduto nella Ville Lumière. Il tutto abilmente controllato e supervisionato da Bernard Arnault, classe 1949, dalle stime di “Forbes” il secondo uomo più ricco del mondo, seduto su un tesoro da 182,2 miliardi di dollari.
LVMH, in una settimana economica cruciale per capire come procede l’anno post-pandemia, ha appena svelato i numeri della semestrale, dimostrando agli scettici che il 2020, l’annus horribilis del mondo intero, è stato superato polverizzando addirittura i risultati del 2019. A trainare la locomotiva francese marchi inaffondabili come Louis Vuitton, Christian Dior, Loewe e Celiné, che guadagnano “quote di mercato” ovunque siano arrivate, e Tiffany, una delle acquisizioni più recenti e felici, che ha garantito ottime performance fin dall’inizio.
Scendendo nel dettaglio, nel primo semestre del 2021 il condominio del lusso di Arnault ha registrato ricavi per 28,7 miliardi di euro, ovvero un clamoroso +53% rispetto all’anno precedente e dell’11% sul 2019, finora considerato uno degli anni record. Merito, sussurrano da Parigi, dell’accelerazione della ripresa registrata nel secondo trimestre, con un fatturato superiore del 14% sull’8% del primo. A crescere di più sono Stati Uniti e Asia, ma con una “graduale ripresa” molto evidente anche in Europa.
“Lvmh ha goduto di un ottimo semestre e sta raccogliendo i frutti di aver continuato a innovare e investire nelle sue attività durante tutta la pandemia, pur essendo nel mezzo di una crisi globale – ha commentato Bernard Arnault in una nota - la creatività, l’alta qualità e la durevolezza dei nostri prodotti e il senso di responsabilità che ci guida, sono stati fondamentali nel consentirci di resistere con successo agli effetti della pandemia e rimangono saldamente radicati in tutte le nostre maison, garantendone così la continua desiderabilità”.