L’ennesimo segnale confortante arriva dalla cultura, settore in genere fanalino di coda dell’ottimismo perché legato alla scarsa attitudine degli italiani verso il sapere.
Nella presentazione dei risultati del semestre, Mondadori incarna un’inversione di tendenza confortante, culminata con 320,4 milioni di ricavi, equivalenti ad un aumento del 10,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sul conto pesano le chiusure delle librerie nei primi sei mesi del 2020, ma la cifra supera anche i risultati dell’anno precedente, il 2019, quando il virus era ancora uno sconosciuto pronto a bussare alla porta del mondo.
Il balzo aiuta l’operativo lordo a salire da 11 a 21,5 milioni, frutto non solo di aumento delle vendite ma anche di campagne strutturali di contenimento dei costi.
Un risultato che porta il debito a scendere del 47,5% - 68,3 milioni contro i 130,1 dello scorso anno – e che lascia ben sperare per la seconda parte dell’anno, contrassegnata dalla riapertura delle scuole e dalla vendita dei libri scolastici, che vede il gruppo di Segrate fra i protagonisti dell’editoria scolastica dopo l’acquisizione strategica di “De Agostini Scuola”.
Per niente un caso isolato, come conferma l’ad Antonio Porro, che parla di nuove possibili fusioni e acquisizioni grazie allo stanziamento di 230 milioni di euro. “Nel primo semestre il gruppo Mondadori ha registrato risultati molto significativi in termini di ricavi e di redditività. A questa performance hanno contribuito in modo positivo tutte le nostre aree che hanno mostrato una crescita rispetto allo scorso anno, dai Libri al Retail alla Media, in particolare nella componente digitale. In forte progresso l’area Libri, che incrementa la propria marginalità anche rispetto al 2019”.
Dall’inizio dell’anno, il titolo Mondadori è salito del 27%.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata