28 giugno 2021

“Per favore, non venite ad Amsterdam”

Una campagna pubblicitaria scoraggia chi ha intenzione di scegliere la capitale olandese per l’estrema libertà, gli eccessi e i pochi controlli, in favore di un turismo più tranquillo, attirato dal patrimonio culturale

Autore: Antonio Gigliotti
C’era una volta Amsterdam, la città di sesso, droga e rock’n’roll. Forse mancava un po’ l’ultima voce, ma le due precedenti bastavano e avanzavano per attirare frotte di turisti in cerca della ben nota tolleranza olandese verso i peccati più diffusi.

Poi, di colpo, la pandemia ha chiuso le frontiere svuotando anche la capitale olandese, e molti residenti nell’assenza hanno riassaporato il piacere della loro città, adagiata sui canali, piena di piste ciclabili e con l’orgoglio sempre vivo di aver dato i natali a Vincent Van Gogh.
Mesi dopo, deliziati dall’atmosfera calma e placida del centro storico quasi deserto, i residenti non sono più così sicuri di volerlo restituire al clamore di prima. In realtà, è chiaro a tutti che – come qualsiasi altra capitale europea - Amsterdam ha bisogno dei turisti, senza di loro musei e ristoranti non potrebbero sopravvivere, ma la pandemia ha riportato a galla le bellezze di una città non più assediata di gruppi di facinorosi in preda a chissà quale sostanza. Ed è altrettanto vero che la capitale olandese sta lottando da anni con una marea di gente che non sa cosa sia il rispetto del silenzio notturno, urina dove capita e spesso si tuffa nel canali di giorno e di notte, mostrando gli stessi spettacoli deprimenti visti in altre grandi città come Roma. Ancor prima della pandemia, era in crescita il fronte di cittadini che protestava per la fama della città, definita una sorta di “Disneyland” per adulti in cerca di emozioni & trasgressioni, quelle che in casa loro non potevano permettersi.

Il riferimento è il “De Wallen”, il celebre “red lights districtc”, il quartiere a luci rosse che ormai è più un’attrazione turistica che altro. Situato su diversi isolati del cuore antico della città, si calcola ospiti poco meno di 300 stanze affittate da prostitute, con un numero crescente di transgender che offrono i loro servizi dietro vetrine o porte in vetro illuminate da luci rosse.
Ma ora, dopo anni di dibattiti e progetti, De Wallen sta per chiudere definitivamente. Il consiglio comunale presieduto dalla sindaca Femke Halsema, ha deciso di sostituirlo con un “erotic center”, una sorta di parco divertimenti per adulti. Si tratta di un edificio alto cinque piani con 5mila metri quadri interni dotato di bar, sex show, shop e di una parte separata con 100 stanze per prestazioni sessuali a pagamento. Sorgerà in una delle nove zone proposte, che vanno dal centro congressi “Oud Zuid/Rai ad un’inedita location sull’acqua dei canali di Amsterdam.

Nel documento è specificato che non si tratta di una struttura destinata ai turisti, che “si limitano a guardare”, e per tenerli alla larga è previso un biglietto d’ingresso. La proposta è stata accolta con molta freddezza fra le professioniste di De Wallen, che giudicano troppo poche 100 stanze e temono un calo della clientela.

Ma ancora prima che tutto questo accada, dopo aver sperimentato una vita senza confusione, le autorità cittadine sono determinate a non voler tornare più indietro. Così, prima ancora della campagna vaccinale e del “Green Pass”, è stata lanciata un’insolita campagna turistica online, costata più di 100mila euro, per tentare di scrollarsi di dosso la reputazione di capitale degli eccessi in favore di un turismo più tranquillo, attirato dal patrimonio culturale. “Non vogliamo tornare a quello che abbiamo visto prima della pandemia, quando folle immense nel quartiere a luci rosse e nelle zone della ‘movida’ arrecavano fastidio ai residenti - si legge in una nota diffusa dal consiglio comunale - chi rispetta Amsterdam e la sua gente è benvenuto, mentre per tutti gli altri abbiamo un messaggio ben chiaro: non venite ad Amsterdam”. Al momento, la campagna è stata diffusa nel Regno Unito, e si concentra sulle migliaia di maschi che stanno prendendo in considerazione un viaggio nella capitale olandese, ma nei prossimi mesi sarà estesa a gruppi target di altri paesi.

Non sarà un’impresa semplice: nel 2019, circa 20 milioni di persone da tutto il mondo hanno affollato Amsterdam, il 70% proveniente da Germania, Belgio e Regno Unito. Quello stesso anno, la città ha preso di mira i maschi britannici con una campagna che scoraggiava i comportamenti scorretti: ribattezzata “Enjoy & Respect”, avvertiva il rischio di multe pesanti per chiunque fosse sorpreso a urinare all’aperto, a urlare o a gettare rifiuti per strada. Secondo un sondaggio, il 45% degli intervistati britannici ha affermato che la campagna li ha resi più consapevoli di quanto un comportamento sbagliato possa diventare molesto per gli altri.

Rob Hefland, un consigliere comunale che da sempre si batte per ripulire l’immagine della città, ha riassunto la questione senza troppi giri di parole: “Se quest’estate la vostra intenzione è quella di vedere la più bella città del mondo, allora dovete venire ad Amsterdam. Se invece avete intenzione ubriacarvi, drogarvi e fare a botte, allora andate altrove”.
I residenti si dividono a metà: secondo alcuni la campagna è efficace, per molti altri cambierà molto poco. Fra questi l’economista Martijn Badir, secondo cui “distrae dal fondamentale cambiamento politico necessario per prevenire il ritorno dell’overtourism a cui abbiamo assistito prima della crisi pandemica”. La scorsa estate, Badir ha lanciato una petizione intitolata “Amsterdam ha una scelta”, sottoscritta da oltre 30.000 persone, che esortava le autorità a migliorare la qualità della vita dei residenti nel centro della città limitando gli ingressi dei turisti a 12 milioni, contro i 18,8 del 2019.

Amsterdam non è la sola grande metropoli europea che sta rivalutando il rapporto con i turisti più indisciplinati, dopo aver avuto un assaggio della vita senza di loro. Praga, la capitale della Repubblica Ceca, è un’altra città che lotta per combattere il comportamento scellerato dei turisti cercando modi per incoraggiare i visitatori a godere di attrazioni meno conosciute lontane dal centro.

Ma a volte non basta: anche i visitatori ben educati possono essere problematici, se sono troppi. Firenze ha lanciato una nuova iniziativa volta a dissipare le enormi folle che si riversano nella culla della cultura rinascimentale italiana. La campagna “Uffizi Diffusi” ha distribuito capolavori del celebre museo anche in zone trascurate dal turismo.

Nel frattempo Amsterdam si prepara all’estate aumentando il numero di agenti di polizia in servizio, corredati di prontuario per punire tutti gli eccessi possibili, proprio quelli che gli abitanti non vorrebbero più vedere.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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