30 giugno 2021

Quanto perdono i negozianti italiani a causa dell’e-commerce?

Una delle conseguenze correlata allo scoppio della pandemia è l’aumento dell’e-comemrce e il conseguente aumento della povertà dei negozianti italiani. La società di consulenza globale Alvarez&Marsal in collaborazione con Retail Economics attraverso il report “The shape of retail: i costi nascosti dell’e-commerce” ha stimato le perdite dei negozi fisici.

Nel dettaglio, l’indagine è stata condotta in sei Paesi tra cui anche l’Italia, coinvolgendo 3.000 famiglie e 250 rivenditori europei che rappresentano una spesa di oltre 2.000 miliardi di euro nel 2020. La perdita per i Paesi europei ammonta a 35 miliardi di euro, mentre per i negozianti italiani si stima una perdita pari a 3,7 miliardi di euro e sarà tra i Paesi europei che subirà maggiormente la perdita: la redditività del settore retail passerà dal 3,5% al 2,6% con un saldo negativo di 3,7 miliardi.

Alberto Franzone, Country Co-Head di Alvarez&Marsal in Italia, ha sottolineato la perdita di un punto percentuale in un mercato che riversava, già in precedenza, in difficoltà, a causa dell’accelerazione in termini di shift sul digitale che ha caratterizzato il bel Paese dallo scoppio della pandemia.

Si evidenzia che i consumatori che hanno preferito l’e-commerce non sono intenzionati a rivedere la propria scelta, in particolare:
  • Il 38,4% dei consumatori italiani non vuole tornare agli acquisti prima del Covid nei negozi fisici;
  • Idem il 33% degli spagnoli e il 29,6% degli inglesi.

Lo spostamento verso la vendita online riguarda principalmente i seguenti settori:
  • Elettrodomestici e oggetti elettronici (18,7%);
  • Casalinghi (16%);
  • Abbigliamento (14,2%).

I negozi fisici di beni di lusso sembrerebbero essere indenni da tale scenario, poiché a causa dei costi elevati è necessario un rapporto diretto con il consumatore.
In Italia, secondo le previsioni, al termine della pandemia i negozianti perderanno il 30% degli acquirenti fisici, mentre in Inghilterra la percentuale ammonta al 44%.

Dopo la pandemia i consumatori italiani proseguiranno gli acquisti online nei seguenti settori:
  • Articoli per la casa (22,7%);
  • Dispositivi elettronici (18,7%);
  • Abbigliamento (17,2%).

Al seguito ci sono viaggi, videogiochi e prodotti di bellezza.

Infine, nel report si rende noto che i negozi che vendono solo con l’e-commerce operano con margini notevolmente inferiori (1,4%) rispetto ai modelli dei negozi fisici o di business multi canale (5,2%).

Si registra, inoltre, un incremento della spesa per la digitalizzazione, la quale coinvolge:
  • Nuove competenze;
  • Potenziamento dell’infrastruttura tecnologica;
  • Oneri tipici del commercio online come spedizioni e resi.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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