24 giugno 2021

Recovery Plan italiano: quali sono le aspettative?

La Commissione europea ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, il quale, entro il 2026, dovrebbe garantire una crescita del Pil tra l’1,5% e il 2,5% e 240 mila posti di lavoro. Il piano dell’Italia è stato promosso a pieni voti e risulta essere il più costoso dell’intero progetto Next Generation Eu, con un totale di 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi di sovvenzioni e 122,6 miliardi di prestiti.

La Presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula von der Leyen, in occasione di una conferenza stampa con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha avuto luogo a Cinecittà, ha definito il Piano italiano “ambizioso e lungimirante, in grado di costruire un futuro migliore per l’Italia e l’Europa”.

Nella relazione di 600 pagine vengono esposte 190 misure, di cui 58 riforme, 132 investimenti e 525 obiettivi. Il Pnrr riserva il 37% delle risorse alla transizione verde mentre il 35% a quella digitale, anche se il governo italiano stimava rispettivamente il 40% e il 25%.
Il 13 luglio l’Ecofin dovrebbe approvare, definitivamente, il Piano, per cui l’Italia, in tale data, avrebbe pieno diritto a ricevere i 248,9 miliardi di euro di prefinanziamento, ossia il 13% del totale delle risorse. L’obiettivo dell’Ue è di stanziare le risorse entro il mese di luglio, tuttavia, ciò dipende dall’esito della raccolta di fondi sul mercato. Infatti, se la Commissione europea, non dovesse avere a disposizione almeno 50 miliardi, il prefinanziamento sarà distribuito tra gli Stati che hanno già ricevuto l’approvazione dei propri Piani.

Per quanto concerne le modifiche relative al Pnrr italiano, da parte della Commissione di Bruxelles, quest’ultime riguardano, in particolare, la biodiversità e il principio secondo il quale non bisogna arrecare un danno eccessivo all’ambiente. Un funzionario europeo, ha reso noto, che nel Piano italiano, sono stati aggiunti 1,2 miliardi da utilizzare in misure di ripristino delle attività marine, di rimboschimento sia nelle città che nelle periferie, e anche per tutelare la natura in parte del Po'.

Sempre nel contesto ambientale, sono state escluse dal Piano, alcune misure che non erano coerenti con i criteri di ammissibilità. Si fa riferimento ad alcune misure incluse nel piano Transizione 4.0, finanziato nel piano italiano con 13,38 miliardi di euro per la digitalizzazione, innovazione e competitività. Secondo l’Ue, il piano originale includeva delle misure non completamente digitali, motivo per cui alcune sono state eliminate.

In conclusione, si evidenzia che per alcuni progetti di mobilità con l’obiettivo di rinnovare il materiale rotabile o delle flotte passate dei treni, sono stati apportati dei chiarimenti, poiché dalla descrizione iniziale non si evinceva chiaramente il riferimento a veicoli a basse emissioni. Con tale procedimento si è garantito il rispetto delle regole nel contesto di sostenibilità ambientale.
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