Che gli inglesi abbiano perso gli Europei rimediando una figura epocale per il modo in cui hanno “accettato” a denti stretti la sconfitta, è ormai assodato. Meno chiaro, finora, era capire quanto il regalo di aver ospitato a Wembley il maggior numero di partite, comprese semifinali e finale, abbia fruttato in termini economici.
Per capirlo si è messa d’impegno la “Deutsche Bank”, che in un report dettagliato è arrivata a stimare che le otto partite giocate sull’erba sacra di Wembley (su 12 complessive giocate nel Regno Unito), abbiano generato un impatto economico per le imprese coinvolte direttamente o indirettamente pari a 90 milioni di sterline, più o meno 105 milioni di euro.
Calcoli alla mano si tratta di una cifra più bassa se paragonata a quella di altre edizioni - nel 2016, ad esempio, il mondiale finì per aggiungere 1,2 miliardi di euro sull’economia della Francia, paese ospitante - ma al netto di ostacoli che allora non c’erano, come la pandemia e le restrizioni di viaggio, il ritorno sull’economia locale, fra turismo, diritti televisivi e scommesse, di questi tempi non sembra affatto un dato trascurabile.
A beneficiarne di più, secondo la banca tedesca, è stato il settore turistico, in particolare le strutture a ridosso degli stadi di Wembley e di Glasgow, anche se gli incassi non hanno neanche in minima parte pareggiato i conti con le pesanti perdite subite dal settore alberghiero durante la pandemia. Nell’estate del 2019, il 90% delle camere disponibili a Londra erano piene, mentre lo scorso anno la cifra è scesa ad un misero 20%.
Per valutare l’impatto del capitolo scommesse è scesa invece in campo “Bloomberg”, che rielaborando i dati di una ricerca della “Morgan Stanley” ha quantificato nel 95% in più il numero delle puntate nei mesi di giugno e luglio. Secondo le stime della “Etain”, gruppo britannico che possiede i marchi “Bwin” e “GiocoDigitale”, Euro 2020 aveva il potenziale di 3 milioni di scommesse in tutta Europa. A beneficiarne è stato il titolo Etain in Borsa, salito del 180% rispetto a un anno fa esatto.
Nelle file dei meno felici svettano i titolari di pub e ristoranti, costretti a far rispettare le regole di distanziamento sociale e per questo a limitare le presenze davanti ai teleschermi, in genere massicce. Ne hanno approfittato le aziende di consegna a domicilio come Deliveroo, le cui azioni sono salite del 19%.
Ma la fetta più grande dell’affare Euro 2020 è stata quella televisiva: trasmesse dalla BBC e dal canale ITV, semifinale e finale hanno attirato rispettivamente 27,5 e 31 milioni di persone, frantumando ogni record precedente. E trenta secondi spot, durante Inghilterra-Danimarca, costavano all’incirca 500 mila sterline, quasi 900 mila euro.
La nota dolente è stata la magra figura rimediata dal Regno Unito per la scarsa sportività, a cui aggiungere gli incidenti e i disordini post-partita e la disorganizzazione che avrebbe permesso a centinaia di persone di entrare allo stadio senza biglietto. Questioni che potrebbero avere un peso specifico non indifferente nella candidatura di Inghilterra e Irlanda per i mondiali del 2030.
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