Gravi carenze di sicurezza nei sistemi informativi utilizzati per la gestione dei clienti e l’attivazione dei servizi. Sono alcuni dei motivi che hanno spinto il Garante per la Privacy a infliggere a Enel Energia una sanzione di 79 milioni di euro, la più alta mai inflitta finora in Italia.
Sotto accusa sono finiti i sistemi di telemarketing di Enel, ovvero i sistemi utilizzati per procacciare nuovi clienti che hanno favorito l’abusivismo, lasciando “agevoli porte d’ingresso nei sistemi della società, alimentando per anni un business illecito realizzato mediante chiamate di disturbo, promozioni di servizi e sottoscrizione di contratti senza reali vantaggi economici per i clienti”. Il riferimento è all’inchiesta che nel 2021, in mezzo al periodo pandemico, aveva portato la Guardia di Finanza a individuare quattro società di telemarketing identificate dopo il fermo di due persone che si qualificavano come procacciatori d’affari di società che per loro sfortuna avevano inserito nelle banche dati anche il nome del Comandante della Guardia di Finanza locale, bombardato di chiamate e deciso a venire a capo della faccenda. Nell’inchiesta, era emerso che Enel Energia aveva acquisito 978 contratti dalle quattro società non appartenenti alla rete di vendita ufficiale, verso cui era stato applicata per la prima volta in Italia la confisca delle banche dati.
In pratica, Enel non ha messo in pratica le misure necessarie per prevenire le attività illecite dei procacciatori abusivi, riuscendo nel tempo a mettere a segno più di 9.300 contratti. In una nota, Enel Energia chiarisce che il provvedimento “si riferisce a fatti antecedenti al 2022” e sostiene “di aver sempre agito nella massima correttezza e adottato tutte le misure idonee per garantire la sicurezza dei propri sistemi”, annunciando ricorsi “in ogni sede opportuna a tutela dei propri interessi, certa della correttezza del proprio operato”. La società aggiunge inoltre di “aver sempre contrastato, anche con azioni giudiziarie, le condotte di agenzie che operano abusivamente in danno dei clienti e della società che, pertanto, si ritiene parte lesa”.
La maxi-multa è stata accolta dal plauso dalle associazioni per i diritti dei consumatori, a cominciare da Codacons, che si appresta a chiedere a Enel “di avviare un procedimento di indennizzo per tutti gli utenti coinvolti nella vicenda. Al di là delle sanzioni, è evidente che in questi casi le multe non bastano più: servono meccanismi automatici di ristoro in favore dei soggetti lesi dagli illeciti, ossia i consumatori i cui dati personali sono stati usati in violazione delle norme. Crediamo sia giunta l’ora che le vittime del telemarketing siano risarcite dalle società sanzionate, e in tal senso chiediamo un confronto ad Enel volto a studiare le possibilità di ristoro per gli utenti”.
Sulla stessa linea Assoutenti: “Siamo soddisfatti per la pesante sanzione inflitta a Enel dal Garante per la privacy, ma chiediamo un incontro urgente con la società volta a rimuovere ogni criticità sul fronte del telemarketing e del trattamento dei dati dei consumatori”. Un’ottima notizia anche per Massimo Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Finalmente una sanzione esemplare, che speriamo serva a scoraggiare altre società da analoghi comportamenti. Purtroppo, da qui a luglio, con la fine del periodo transitorio che porterà alla fine del mercato tutelato anche per la luce, ci attendiamo una valanga di telefonate moleste. Per questo, oltre a iscriversi al Registro delle opposizioni, bisogna che il consumatore impari a riattaccare il telefono senza se e senza ma, senza dire buongiorno o buonasera, né si né no né bianco né nero”.
Nel gennaio 2020, dopo una serie di controlli che avevano evidenziato “condotte di sistema illecite”, il garante per la Privacy aveva multato Eni Gas e Luce con una sanzione da 11,5 milioni di euro, mentre lo scorso anno era toccato a TIM, Green Network e Sorgenia, verso cui il Garante aveva adottato “tre provvedimenti correttivi e sanzionatori”, rispettivamente pari a 7,6 per TIM, 237mila euro per Green Network e 676mila per Sorgenia.
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