Circa 123 milioni di giapponesi da ieri incrociano le dita: le Olimpiadi si sono aperte, e che un dio qualsiasi, il primo disponibile, gliela mandi buona, perché tutto si può dire, tranne che non abbiano infuso ogni possibile sforzo. Magari a denti stretti, convinti che o una retromarcia strategica sarebbe stata un’ipotesi migliore rispetto ad una possibile gaffe planetaria, ma alla fine se così è deciso, così sia.
Finite le questioni squisitamente politiche, è finalmente ora di pensare alle varie discipline in cui è impegnata la nutrita rappresentativa Azzurra. Ben 384 atleti, un record assoluto per l’Italia, che ma prima d’ora aveva schierato una forza d’urto simile. Citarli tutti è impossibile, ma l’attesa per un palmares potenzialmente corredabile da 30 medaglie e capace di completare il miracolo di Mancini agli Europei di calcio, è altissima. Inutile negarlo. Sarebbe un’altra carezza del destino all’economia Tricolore.
Certo, rispetto ai colleghi calciatori, categoria da sempre strapagata, chi nella vita ha scelto altre discipline sportive sa bene che certi guadagni stellari sono impossibili, a meno di non diventare divi a tutto tondo come Federica Pellegrini, ormai lanciatissima anche in televisione.
Ma giusto per fare due calcoli e togliere la curiosità a chi se lo sta chiedendo: al netto degli allenamenti, del tempo e della preparazione, quanto vale una medaglia olimpica tradotta in denaro contante?
Una regola fissa non c’è, ognuno nel mondo fa un po’ come gli pare, e proprio in occasione di Tokyo 2020 il “CONI” ha deciso di ritoccare le tariffe del 20% rispetto a “Rio 2016” e alle Olimpiadi invernali di “Pyeonhcgang 2018”. L’oro, la medaglia che tutti sognano, passa da 150 a 180 mila euro, l’argento da 75 a 90 mila, e il bronzo da 50 a 60 mila, cifre soggette a tassazione del 20% che significa 36mila euro in meno per chi conquista un oro.
Fra le federazioni che pagano meglio, secondo un report dello scorso anno, svetta Singapore con un milione di dollari sborsato per ogni oro, 500 mila per l’argento e 250 mila per il bronzo. A ruota l’Indonesia (764, 387 e 188mila), il Kazakistan (250, 150 e 75mila), e poi ancora la Russia, l’Australia, la Francia, la Cina, gli Stati Uniti e la Germania. L’Italia è al quinto posto, mentre fra le curiosità all’estremo opposto c’è il Regno Unito, che non prevede compensi: ogni anno, 162 milioni di sterline derivanti da fondi governativi e lotterie finisce nelle casse nelle federazioni, e loro si occupano del “gettone di presenza” per gli atleti.
Fra gli atleti più pagati presenti alle Olimpiadi, secondo una fresca analisi di “Forbes”, spicca il cestista Kevin Durant, con 75 milioni di dollari, il tennista Novak Djokovic (34,5 milioni) e la stella dei “Milwaukee Bucks” Jrue Holiday, con 23 milioni di dollari sul conto.