Secondo il National Bureau of Economic Research, la recessione innescata dalla pandemia si è conclusa nell’aprile 2020, dopo appena due mesi: il record assoluto mai registrato dall’economia degli Stati Uniti. Prima della pandemia, la più breve – di sei mesi circa - risaliva agli anni ‘80.
Nel marzo dell’anno scorso, quando le chiusure di migliaia di aziende hanno lasciato senza lavoro milioni di americani, anche le scuole erano costrette a passare alla “DAD”, costringendo ancora più persone a lasciare il lavoro per badare ai figli. Una serie di motivi sufficienti per far sprofondare l’economia statunitense.
Nei primi tre mesi del 2020, l’attività economica, misurata attraverso il prodotto interno lordo, si è contratta ad un tasso annuale del 5%, toccando il record del 31,4% nel trimestre successivo. Durante quel periodo, l’America ha perso più di 20 milioni di posti di lavoro.
Ma il punto più basso della flessione si è registrano nell’aprile dello scorso anno, con l’economia che ha iniziato il recupero. Eppure, anche se l’economia statunitense è ufficialmente uscita dalla recessione, non significa affatto che si sia ripresa completamente.
Il 16 luglio, l’indice Back-to-Normal creato da CNN Business e Moody’s Analytics era al 91%, e anche se l’economia ha recuperato terreno in modo significativo, ma il restante 9% potrebbe essere più difficile da raggiungere perché l’economia nel frattempo è fondamentalmente cambiata. Alcuni dei posti di lavoro persi l’anno scorso, ad esempio, potrebbero non tornare più, e gli economisti prevedono anche che servirà ancora tempo prima che il turismo e i viaggi aerei tornino ai livelli pre- pandemia.
Intanto, i casi di Covid sono di nuovo in aumento in tutto il mondo, e complicano la ripresa economica: la recessione potrebbe essere finita, ma è troppo presto per cantare vittoria.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata