21 febbraio 2025

L’ottimismo domina il mercato: gli investitori mettono tutto sul piatto e tengono “poco” per sé

Autore: Angela Taverna
Le borse sono ai record, con i mercati finanziari che toccano i massimi storici e gli investitori, pervasi da uno sfrenato ottimismo, da tutto il mondo capitalizzano senza freni.

Questo è il quadro finanziario attuale, e qualora non bastasse a dare un’idea precisa viene in supporto il sondaggio mensile di Bank of America il quale ribadisce il concetto dell’ottimismo alle stelle ponendo l’accento però sulla mancanza di liquidità, che è scesa al minimo da 15 anni.

Gli investitori, pervasi da un incauto ottimismo investono tutto quello che hanno tenendo come liquidi solo il 3,5 del totale del loro patrimonio, gettandosi da un dirupo senza paracadute volendo utilizzare un eufemismo. Eppure vedono positivo senza immaginare alcuna recessione con il 77% convito che la Fed taglierà i tassi nonostante i rischi inflazionistici non configurando un pericolo nella guerra commerciale a colpi di dazi che si sta configurando sul piano internazionale.

Tuttavia studiando i dati che ci arrivano dal mercato con quelli del sondaggio di Bank of America lo scenario che emerge è davvero roseo con le borse tutte ai massimi e con previsioni anche di lungo corso estremamente positive.

E mentre ci si aspetterebbe una maggiore propensione ad investire nel mercato statunitense in realtà sono le borse europee l’obiettivo degli investitori, ciò perché il 45% si aspetta una ripresa economica grazie agli stimoli fiscali che potrebbero derivare dalla Germania dopo le elezioni.

E così molti listini europei hanno aggiornato i record storici chiudendo con variazioni incredibili: Milano + 0,59, Parigi +0,21%, Francoforte + 0,29% e anche sul fronte obbligazioni dove lo spread tra Btp e Bund è sceso ai minimi a 105 punti base.

A incoraggiare ulteriormente i mercati vi è l’incontro tra Russia e Stati Uniti con il rafforzamento dell’ipotesi di pace in Ucraina.

Il successo dei mercati Europei superiore a quelli Statunitensi è dovuto anche al timore mancato inerente alla questione dei dazi, che secondo gli investitori, vengono utilizzati soltanto come mezzo negoziale con una guerra commerciale molto meno “cruenta” di quanto di Usa vogliano far credere.
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