Assoprofessioni tra i componenti dell’Osservatorio nazionale sull’equo compenso. La nomina viene dal ministro della giustizia Carlo Nordio con decreto del 6 marzo 2024. “Si tratta di un ulteriore ed importante riconoscimento per la nostra confederazione di cui siamo soci fondatori - ha commentato il presidente nazionale Lapet Falcone in qualità di segretario generale Assoprofessioni - Come previsto dalla legge sull’equo compenso siamo stati individuati dal ministero delle imprese e del made in Italy tra le 5 associazioni delle professioni non regolamentate più rappresentative”.
In modo particolare il presidente Assoprofessioni Giorgio Berloffa ha accolto questa designazione con grande senso di responsabilità. Infatti, compito dell’osservatorio ai sensi dell’art 10 della legge 21 aprile 2023 n. 49, è di vigilare sull’osservanza delle disposizioni normative. Norme che la confederazione conosce benissimo, tant’è che quello dell’equo compenso “è un provvedimento che ci ha visti da sempre affiancare l’attività parlamentare” ha ribadito il presidente Berloffa ricordando che le modifiche acquisite sono il frutto delle audizioni e dei documenti prodotti dai rappresentanti dei professionisti di cui alla legge n.4/2013, quale è Assoprofessioni. Berloffa si riferisce al fatto che nella formulazione originaria dei disegni di legge sull’equo compenso addirittura non esisteva alcuna previsione a favore dei professionisti di cui alla legge n. 4/2013. E’ proprio a seguito degli interventi della confederazione che si è giunti al testo di legge attualmente in vigore. Tra le altre modifiche figura anche il numero dei 5 rappresentanti delle professioni di cui alla legge n. 4/2013 in seno all’osservatorio che nelle prime bozze di testo ne prevedeva solo due. Assoprofessioni coglie pertanto l’occasione per ribadire quanto la norma abbia introdotto principi importantissimi: la previsione della corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, nonché conforme ai compensi previsti per tutti i professionisti (ordinistici e di cui alla legge n.4/2013). Altra importante previsione che la legge sull’equo compenso ha introdotto è la nullità dei contratti che contengono un compenso sproporzionato rispetto all’opera prestata. In merito a quest’ultimo aspetto, la norma consente al tribunale di procedere alla rideterminazione del compenso, anche tramite un parere di congruità del compenso o degli onorari acquisito dal professionista presso l’ordine o il collegio di appartenenza. “Su questo punto abbiamo da sempre evidenziato l’ingiustificata discriminazione che vede nella norma solo il riferimento agli ordini e collegi. – aggiunge Falcone – Ritengo che l’osservatorio potrà essere la giusta sede per continuare a suggerire un intervento di modifica affinché venga inserito anche l’espresso riferimento alle associazioni di professionisti all’art 2 comma 7 della legge 4/2013, quali soggetti a cui il professionista, non iscritto in ordini o collegi, può richiedere il parere sulla congruità del compenso”. Di tale istanza ci siamo anche fatti promotori presso la commissione giustizia del Senato impegnata nell’esame del disegno di legge AS 901 “Norme in tema di conferimento di efficacia di titolo esecutivo ai pareri di congruità emessi da ordini e collegi professionali”
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